La giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si è festeggiata da poco mi rende perplessa. Che cosa dovremmo fare in questo giorno? Che ne so, potremmo forse dare il giorno libero a chi picchia o maltratta abitualmente la compagna così da poter andare a pescare? (Stavo per dire a guardare una partita di calcio, ma siccome la violenza domestica aumenta in realtà nei giorni in cui ci sono le partite di calcio, forse non si tratta di una buona scelta, meglio un altro hobby, più solitario e tranquillo).
La misoginia è un’attività che unisce i maschi, ad ogni latitudine. E la violenza sulle donne, come massima espressione di questo modo di fare, ha sempre creato spirito di corpo tra gruppi di uomini, dalle squadre sportive ai militari agli uomini che frequentano il college “con un futuro luminoso davanti a loro” (La storia e gli eventi recenti sono pieni di esempi; se questa notizia ti sorprende, vai su Google).
Il problema di ricorrenze come questa è che si ascoltano dichiarazioni su dichiarazioni su quanto sia sbagliato, su cosa sia necessario fare, su come intervenire. Ma il fatto è che questi buoni propositi provengono principalmente da chi è già convinto e l’effetto è un coro di affermazioni tutte ragionevoli. Le donne vittime di violenza non hanno certo bisogno di un promemoria su ciò che vivono o hanno vissuto. Quindi cosa possiamo fare per far qualcosa di utile in altro modo? Cosa accadrebbe se una di noi criticasse un proprio amico o parente che, nel corso dell’anno, abbia incolpato una vittima o minimizzato la violenza del suo partner?
“John, ricordi di aver detto che Sarah probabilmente mentiva dicendo che il suo partner la picchiava? Beh,non mentiva affatto. E noi siamo qui per accompagnarti a un incontro di “Misoginisti Anonimi”.
Sarebbe gratificante? Sì! Sarebbe utile? Bah… E chiunque lo facesse sarebbe probabilmente giudicata cattiva. Perché puoi fare apologia di stupro ed essere un violentatore, ma guai a fare un nome! E se dovessimo incolpare gli aggressori, probabilmente ci farebbero causa per diffamazione. Perché è quello che fanno gli abusanti, denunciare. Quindi, cosa possiamo veramente fare contro la violenza sulle donne? Io vorrei proprio eliminare gli uomini violenti – ma questo è un desiderio illegale oltre che di difficile realizzazione…
Quindi, consapevole di quanto poco si possa fare, quando arriva il giorno dedicato, di solito faccio spallucce. Vedo i titoli e le dichiarazioni e penso: “Hum, benvenuto nella mia vita ! Entra pure nel mio ufficio. “
Ma parlando un po’ più seriamente, il mio problema con questo giorno speciale è che non voglio celebrare le nostre vittorie o onorare le vittime. Celebriamo le vittorie quando arrivano e cerchiamo di onorare le vittime ogni giorno. Ma soprattutto, cerchiamo di punire adeguatamentei violenti. Mi piacerebbe davvero vedere che ci si muova per porre fine a questo abominio mondiale (e millenario). Questo è ciò che mi darebbe più forza. Quindi, ecco alcune proposte. Forse potremmo rinominarlo “Giorno del portare fuori la spazzatura” e offrire trasferimenti e servizi legali gratuiti alle vittime di abusi in fuga da relazioni malsane.
Potremmo organizzare camion, treni e aerei per portare le donne in un luogo sicuro; diventerebbe un esodo nazionale da relazioni, quartieri e comunità malate. In alternativa, potremmo anche inviare plotoni di donne pesantemente armate per le strade come dimostrazione di forza. I gruppi di possessori di armi lo fanno quando il governotenta di approvarenuove leggi, quindi non sarebbe così inverosimile farlo in presenza di effettiva violenza mortale. Quando in Colorado fu approvata la legge che permetteva la confisca della armi a chi si fosse macchiato di violenza (generalmente contro una donna), i gruppi di proprietari di armi manifestarono armati e arrabbiati. Immaginate che scandalo se avessimo fatto lo stesso!
Forse ciò farebbe sì che l’associazione dei proprietari di armi facesse un serio ragionamento sulla proprietà delle armi (si può sognare, lo so). Magari se le armi fossero rosa e viola? Spero solo che questo giorno non si limiti ad accendere migliaia di piccole candele in un mare tetro di ingiustizia: la violenza del proprio partner rimane la principale causa di morte non naturale tra le donne e per il 50% delle donne uccise l’assassino è il loro ex o l’attuale partner. Vorrei piuttosto che quel giorno sembrasse un RUGGITO, che riverberasse in tutto il mondo e ci salvasse prima anziché vendicarci dopo.
Vorrei anche di più: per questo giorno, per le donne, per la giustizia. Vorrei di più perché le donne di tutto il mondo hanno bisogno di più, per la propria sopravvivenza e quella delle loro figlie, sorelle, madri, mogli e compagne. Non vorrei che questo giorno fosse una celebrazione di ciò che abbiamo realizzato (perché 1/3 delle donne in tutto il mondo sono ancora vittime della violenza sessuale e fisica). Vorrei invece un giorno di giusta rabbia per il fatto che il 50% della popolazione ha ancora bisogno di questo dibattito per sopravvivere. Tornerò in ufficio per fare proprio questo. E forse, forse, potrei fantasticare di vedere le strade piene di misogini, apologeti di violenza e maltrattatori, seduti uno a fianco all’altro sui marciapiedi con accanto uno zaino , perché le donne che stavano terrorizzando alla fine hanno indicato loro la porta.
Lo so, lo so, è una fantasia.
Ma mi aggrapperò a questa idea ancora per un po’.
Traduzione a cura di Antonella Gasparini
Articolo tratto da The Syndrome Mag, disponibile all’indirizzo https://thesyndromemag.com/can-we-just-call-it-take-out-the-trash-day-and-then-do-it/
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