“Buongiorno dottore, avrei bisogno di una Mascherina 1522“.

“Ne ha bisogno in questo momento?”.

“Sì, la prego”.

Non ha nessun altro tipo di mezzo per proteggersi?

“No”

Ha fatto bene a venire qui, credo di poterla aiutare. In negozio al momento non ne abbiamo, ma se mi dice il suo nome chiamiamo subito il magazzino per vedere quando ce la può fare avere?”

“Certo, mi chiamo XX”.

DRIIIIN

“Buongiorno, sono qui con la signora XX, la signora avrebbe urgente bisogno di una mascherina 1522, ma purtroppo in casa non ne abbiamo, tra quanto tempo potete portarcene una? Ah perfetto, allora dico alla signora di aspettarvi qui”.

Mi immagino un dialogo più o meno così. Un dialogo tra una donna spaventata e un farmacista, chiamato a trovare una soluzione a un malanno più diffuso dell’influenza, del mal di schiena e delle placche in gola. Un malanno che ci crea più imbarazzi del dover dire: ho la diarrea oppure le emorroidi o ancora mi serve la pillola del giorno dopo. Più umiliante perchè mette in vista il nostro lato più vulnerabile, quello di vittime, di violenza, di abusi, di rapporti sessuali non voluti e imposti dall’uomo che invece dovrebbe proteggerci e amarci, il nostro compagno.

In questo periodo di pandemia, c’è stato un dato terribile, subdolo, ma purtroppo prevedibile. L’aumento dei casi di violenza domestica contro le donne. Mogli, compagne, chiuse in casa con i loro aguzzini, obbligate a stare sotto lo stesso tetto e impossibilitate a uscire, di fatto vincolate a vivere con il carnefice.

C’è al mondo qualcosa di più tristemente ironico del rischiare di essere multate se si prova a scappare da un uomo violento? No, eppure in questi giorni di quarantena è stato così. Se prima bene o male qualche ora d’aria c’era, adesso nemmeno più quella. Spazi chiusi, animi surriscaldati, forse abuso di alcool, noia, frustrazione, bisogno di sfogarsi contro qualcosa o qualcuno ed ecco il mix perfetto per uomini già violenti di loro, diventati animali in cattività, incapaci di controllare i loro istinti.

Ora siamo nella fase due, tutto dovrebbe essere un po’ più leggero, più facile. Dovrebbe. Ma chi lo può sapere in realtà?

E’ per aiutare le donne, vittime in questo periodo più che mai, che i centri antiviolenza italiani e la Federazione Farmacisti hanno ideato questa iniziativa, la Mascherina 1522. Come il numero antiviolenza. Un codice, come se dovessimo richiedere la mascherina FFP2 o FFP3. Un codice per far capire che si ha bisogno di aiuto, di protezione, per evitare di essere uccise da un virus più aggressivo, violento e feroce del Covid-19.

Ricorda, se sei vittima di violenza, puoi tutelarti, devi farlo, anche adesso, soprattutto adesso. Puoi recarti dalle forze dell’ordine, chiamare il 1522, puoi scaricare l’app della polizia YOUPOL che ti permette di segnalare situazioni di emergenza. E se proprio non puoi fare altro, puoi andare in farmacia e chiedere una mascherina, ma fallo perchè non sei sola.