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Finché ceretta non ci separi

ceretta uomini

 

Se c’è qualcosa che ho sempre invidiato degli uomini, è sicuramente l’enorme vantaggio di non doversi depilare.
Davanti ai quei pentolini ripieni di cera a 3.000 gradi Fahrenheit, lo ammetto, ho desiderato più volte di essere maschio per evitare quell’indicibile tortura che ti rende dolorosamente accapponata, piena di puntini rossi che nemmeno il morbillo sfogato e tragicamente inerme davanti all’ennesimo, inevitabile strappo, durante il quale, accecata dal dolore, tenti di esorcizzare il trauma  ripetendo tra i denti il solito mantra “Colcazzocheciritorno, colcazzocheciritorno, colcazzocheciritorno!”.

Ma che fortunati gli uomini che non devono sottoporsi a questa tortura.

E quelli che cosa mi combinano? Iniziano a depilarsi.
Gli uomini, quegli esseri che per un taglietto microscopico su un dito vanno giù a peso morto sussurrando “Addio, per me è finita, ti ho amato tanto”.
Quelli che con 37,5 di temperatura si stendono sul divano, cercano la tua mano e giurano di sposarti se riusciranno a guarire.
Quelli che per un mignolo contro uno spigolo si contorcono come avessero toccato la 220 e poi camminano zoppi per tre mesi.

Quelli. Proprio loro.

Così, all’improvviso, decidono che è arrivato il momento di depilarsi.

Ma io dico: fra tutte le cose che potevate copiarci, proprio questa avete scelto?
Non potevate optare, che ne so, per la capacità di ascolto ed empatia, la generosità e la disponibilità verso il prossimo, l’attitudine a contare fino a 10 prima di sparare cazzate nell’aere?
Se vi sembrano qualità troppo difficili da imitare, posso assicurarvi che ci saremmo accontentate anche di un prosaico uso della vaporella.

E invece no. Avete scelto di depilarvi.

E allora, cari maschi, a questo punto non vi invidio più.
Accetto ma non condivido la vostra decisione e, vivamente dispiaciuta del fatto che nel vostro pacchetto depilazione non siano comprese anche la dismenorrea e il travaglio di parto, non mi resta che una cosa da fare per concretizzare la mia disapprovazione: iscrivermi quanto prima a un corso di estetista.
Per soli uomini, ovviamente.[:]

Barbara Civitelli

Barbara, 52 anni, toscana, legge e scrive a livello non agonistico. Cazzeggiando si salva la vita, evita l’analisi e colma il divario fra sogno e realtà. Nella vita di tutti i giorni fa il medico e ama la comicità. In realtà aspirava al contrario ma si è confusa.

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Barbara Civitelli

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