In vacanza nel ragusano, mi accingo a seguire le orme del personaggio simbolo della Sicilia: non è Archimede, che ha fallito con generazioni di geometri, non è Pirandello, tanto i siciliani gli stavano pure antipatici, non è Garibaldi, che non se lo sono filato nemmeno all’epoca…
Stiamo parlando di Salvo Montalbano, il celebre Commissario che ha preso casa e servizio da queste parti. Provo a seguire le sue mosse, per immergermi nel vero spirito siciliano e apprezzare pienamente riti e specialità regionali (con qualche accorgimento piemontese…).
Si comincia al mattino con una bella nuotata … rigorosamente in piscina, che l’acqua del mare mi fa prurito e la sabbia nei piedi mi fa piacere come un paio di sassolini nelle scarpe da ginnastica. E poi in piscina è più difficile trovare cadaveri che galleggiano in acqua.
Passiamo al rito del caffè in terrazza … un bell’espresso Lavazza, possibilmente Crema&Gusto, che se no mi rimane sullo stomaco, magari accompagnato da due belle fette di pane e Nutella Ferrero, che altrimenti non arrivo a mezzogiorno e non tengo la mente concentrata sulla ricerca dell’assassino.
A pranzo, una bella frittura come solo Enzo riesce a preparare, il ristoratore preferito da Montalbano. Ma c’è l’avra’ messa la cervella come nel fritto misto alla piemontese? Forse qui vanno di moda solo le interiora nel panino… Selvaggi! Speriamo almeno nel semolino fritto con limone. A questo punto le indagini sono gia’ andate a farsi benedire, tra la lenta digestione e la pennichella pomeridiana.
Per merenda, un bel cannolo alla ricotta, di quelli che farebbero impazzire il dottor Pasquano, l’anatomopatologo che accorre sulla scena del delitto per esaminare il cadavere. Ma cos’e’ questa mania del latte di pecora, che manco Heidi riusciva a digerire… E anche la pasta del cannolo in versione vegana pari che non si trovi facilmente. Via, ripieghiamo su una buona granita, sacrificata dentro sta briosche su cui strarebbe tante bene un velo di Nutella… E poi tutti sti gusti agli agrumi; ma non c’è qui la menta di Pinerolo? Nulla, mi tocca tornare al lavoro senza il mio spuntino…
A cena è il momento della pasta “incasciata”, quella preparata dalla fedele Adelina, la donna delle pulizie. Sostituisco la pasta con del riso, che alla sera il carboidrato complesso mi rimane sulla stomaco, e faccio una bella dobby bag per il panino di domani con tutto il condimento rimasto.
Mi sintonizzo su Rete Libera per aggiornarmi sulla cronaca nera, visto che oggi non ho combinato niente al lavoro.
Concludiamo con un bel limoncello, dalla gradazione alcolica proibitiva. Ma non ci sarebbe mica un San Simone? Senza ghiaccio, ovviamente.
Domani trovero’ di sicuro l’assassino, se non mi coglie un infarto da congestione.
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