Dopo essersi detti di tutto – che lui è un violento, ubriacone e drogato, pessimo padre e marito fedifrago e che lei è un’esaurita cronica, anoressica, psicotica, irretita da associazioni benefiche che la usano per i loro scopi promozionali – finalmente Brad Pitt e Angelina Jolie, i Brangelina, ci informano di avere nominato un giudice privato per risolvere, d’ora in poi, le controversie relative alla separazione, per tutelare la privacy famigliare e l’equilibrio mentale dei numerosi figli.
A parte che arrivano un po’ tardi – i buoi sono fuggiti da tempo e la stalla ormai è vuota – mi immagino questo giudice privato rinchiuso nella loro magione, come il buon giudice Sante Licheri di Forum, intento giorno e notte a smazzare ardue sentenze tra le richieste isteriche di lei e la flebile difesa di lui, con Rita Dalla Chiesa che chiede il parere della giuria popolare presieduta da Beppe Grillo e il buon Bracconeri a farle da spalla – sempre meno rosso, meno riccio e meno in carne – fino
all’inevitabile divorzio.
Che non è, e non sarà, un divorzio qualunque ma che segnerà la fine del dream-team Brangelina e della nostra incantevole capacità di credere a qualunque dorata boiata esca dalla bocca di un efficace ufficio stampa dello star system hollywoodiano.
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