Durante questa nuova pandemia/parte 2, una delle notizie che mi ha più colpita è stata quella dell’attentato terroristico a Vienna dello scorso novembre.
Abituati da mesi a leggere grafici, calcolare percentuali e colorare le cartine con le Regioni più a rischio, la news è arrivata come qualcosa di inappropriato all’interno del nostro ormai ovattato mondo fatto di Coronavirus. Come quando metti il sale al posto dello zucchero e il sapore aspro ti ridesta dal torpore.
Eppure c’è stato un tempo, nemmeno troppo lontano, in cui eravamo chiusi in casa, proprio come ora, attaccati ai telegiornali, ma non come dei neoscenziati improvvisamente esperti di contagio Covid; all’epoca giocavamo a fare gli investigatori, ognuno con la sua strategia per affrontare la piaga del terrorismo internazionale.
E anche in quel periodo l’attualità modificava i nostri comportamenti e la nostra libertà veniva ritagliata nel nome del bene comune: niente più coltellino svizzero nel bagaglio a mano, obbligo di bere tutto il mezzo litro d’acqua prima del check in, niente più sgommate in piazza col furgone a causa dei panettoni di cemento, niente più limonate clandestine al parco per non essere ripreso dalle telecamere di videosorveglianza. Abbiamo sacrificato la nostra privacy esibendo perizomi e deodoranti davanti agli occhi annoiati dei controllori aeroportuali, ma è servito a qualcosa: abbiamo sconfitto l’Isis!
E ne abbiamo anche un po’ approfittato.
Bei tempi quando il concetto di last minute viaggiava di pari passo con la mappa europea degli ultimi bersagli messi a segno. Non appena veniva fatto un attentato, subito a prenotare un week end in quella citta’. I vantaggi erano illimitati: scarsa probabilità di un secondo attacco terroristico, aumento del livello di sicurezza che ci puoi portare pure i bambini, crollo dei prezzi dei voli e disponibilità negli hotel che di solito manco ti rispondono al telefono perchè lo sanno che sei tu.
E allora, di fronte al calendario con i prossimi ponti, ti ritrovavi a chiedere a tuo marito: “Ma a Madrid l’hanno già fatto l’attentato? Ci starebbe una capatina per l’8 dicembre….” Stessa situazione, 10 anni dopo: “Ma la Spagna alla fine ha più morti di noi o no???? Non vi vedono in Costa Brava l’anno prossimo!”
Nella vita ci servono certezze, come quella di aver sconfitto definitivamente il terrorismo internazionale…. fino a un giorno di novembre in cui una cellula impazzita non si permette di tornare alla ribalta proprio a Vienna, dove già sono incazzati che non fanno nemmeno il concerto di Capodanno a sto giro. Ma non glil’ha detto nessuno a questi che sono fuori tempo massimo, peggio che i Re Magi a Natale?
Ormai il terrorismo non fa piu notizia e anche i TG hanno faticato a trovare uno slot tra l’ennesimo decreto e i risultati del calcio.
E alla fine, l’illuminazione: ma quando è che esattamente avevamo sconfitto il terrorismo? In effetti non ricordo dichiarazioni del Governo, festeggiamenti nazionali o istituzione della Giornata Internazionale dell’Intelligence. Era una convinzione della mia mente, dettata dalla mancanza di prove contrarie. Anche i Servizi Segreti non ci potevano credere che non stesse succedendo più nulla, e zitti zitti si sono prenotati le vacanze sul Mar Rosso.
E tra 10 anni? Ricorderemo il momento esatto in cui sarà dichiarato sconfitto il Coronavirus? Avremo la consapevolezza che i nostri esperti hanno lavorato bene e che il pericolo è scampato?
Il terrorismo è tornato… e tornerà anche il Covid non appena medici e politici prenoteranno le meritate vacanze in Sardegna e noi saremo di nuovo davanti ai TG, pronti a giocare a Risiko dopo l’invasione degli alieni in Russia.
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