Arrivata ai 40 sai che tutto sommato sei nella salvifica fase della vita in cui il tuo ciclo mestruale ha sostanzialmente perso qualsiasi interesse, per te e per il resto del mondo.
Quando, quanto e perché sono domande che non ti pone nemmeno più il tuo pagatissimo ginecologo, che invece comincia a manifestare un interesse maniacale per la parte alta del tuo corpo di femmina, proponendoti mammografie allo stesso ritmo con cui tu proponi pizza a portar via a casa tua.
In questa apparente raggiunta pacificazione, irrompe un fattore che, anni fa, non avevi considerato.
Il ciclo di tua figlia.
A distanza di quattro mesi dall’ultima mestruazione (succede, stai tranquilla, sei in fase di assestamento…), la mia dodicenne vaga per casa come una erinni da iconografia classica: bocca spalancata, smorfia di disgusto fissa, capelli irti, mani che brandiscono oggetti contundenti, recriminazione facile.
Roba che il fratello minore, che a canaglitudine non è secondo a nessuno, camminava radente ai muri a capo chino, mentre il gatto, che di norma recupero dal tetto di casa, ha chiesto asilo politico nella cesta della biancheria sporca.
Insomma, l’Armageddon.
Ora, se c’è una cosa che da sempre mi fa saltare sulle biglie quadre è il solito commento “ti devono venire per caso??”, profferito nel 100% dei casi dal solito maschio con il solito tono tra la derisione e l’arroganza di chi pensa di saperla lunga sull’universo femminile.
Non si tollera. Zero tolerance.
I due sprovveduti che hanno avuto l’ardire di profferire l’orrenda domanda in mia presenza, non sono più qui a testimoniare sulla mia reazione, poracci.
Quindi, quando il padre della adolescente, nonché mio compagno, dopo qualche giorno di barricata ha osato uscire dalla trincea e si è avvicinato con fare circospetto sussurrandomi: “ma non è che le devono venire?”, mi sono immediatamente prodotta nella miglior filippica cazziante che sono riuscita a scovare dal mio repertorio di avvocato.
E che vogliamo dire, oltre all’insulsaggine di base, della logica del quesito? Che cazzaccio ne so, poi, mica faccio l’indovina! E non è che siccome siam donne siamo unite da un qualche legame cosmico che ci preannuncia l’imminenza dei cicli della altre, manco se son figlie!
Sfortunatamente, m’ha detto sculo, e mai scorno fu maggiore; in effetti, il giorno dopo, la bambina aveva le mestruazioni.
Tranquille amiche syndromi, il tentativo di trionfo gongolante del padre è stato comunque represso nel sangue, ci mancherebbe.
Si può perdere la battaglia, ma la guerra mai.
In ogni caso, a chiosare il dibattito ci ha pensato la figlia: “boh, finalmente, prima mi sentivo gonfia”.
Perché alla fine è tutta lì la questione: chimica e viscere, nulla di più.
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