E’ arrivato l’autunno, così fragile e sfatto.
Autunno fa rima con arancio, rosso, cimici, voglia di caldarroste… E dove si comprano le caldarroste? Alle bancarelle.
Ecco perché odio l’autunno.
In fondo al mio cuore, ho sempre covato un serio timore di fare acquisti alle fiere, mercati e compagnia bella. Si incontrano esemplari strani e inquietanti.
Quella più diffusa è la schiera di “sbucinatrici folli”.
La sbucinatrice è un mammifero della famiglia delle Casalingae, di capigliatura bionda ossigenata o rosso mogano, rapidissimo nei movimenti. E’ un animale generalmente territoriale, con abitudini diurne. La lunghezza cranio-caudale può raggiungere al massimo i 160 cm (cotonatura dei capelli compresa). Tende generalmente ad una vita solitaria o è aggregato in piccoli gruppi (2-3 elementi). Frequenta di preferenza le bancarelle più gettonate, specialmente quelle che contengono cestoni di mutande e calzetti, che costituiscono il suo habitat naturale. Dopo una bella ravanata per procacciarsi i beni di prima necessità, emette suoni come: “Quanto viene questoooooh?”.
Per andare d’accordo con una sbucinatrice, cerca di non mostrarti troppo interessato allo stesso articolo: non sono rari scontri, peraltro assai spettacolari, per sancire la sua supremazia. “Oooh, scusa eh! L’ho visto prima io! POSALO!”
Un altro esemplare fastidioso che si può vedere generalmente ai mercati e alle fiere è l’uccatore microfonato.
L’uccatore, in genere di sesso maschile, è un animale sociale, appartenente all’ordine dei primati, ed è più facile da sentire che da vedere, proprio perché solitamente canta nascosto nel folto della vegetazione di utensili, folletti, frutta sbucciata e/o pentolame vario, coi quali tenta di attirare le proprie prede. Di bella presenza, in natura l’uccatore ha un comportamento simile al gallo cedrone, creando zone in cui ogni esemplare può radunare un harem di 4-5 femmine alla volta.
Sono esemplari molto rumorosi, e il richiamo, agevolato da un amplificatore, include una ricca varietà di suoni, tra cui un particolare stridio forte e minaccioso, che permette di stordire facilmente chi lo ascolta:
“…Signora, le parole non servono più. Guardi, guardi qui che roba. Uno spettacolo. E lo potete usare dappertutto. In casa, al lavoro, sotto la doccia, sui tetti, sui fili, sui rami fitti di nidi, all’anticamera dell’Inferno, dura una vita, non si rompe, non unge, non si attacca, aspira, soffia, prova sentimenti, guardate, guardate quiiiih!”
E poi mi dite che devo andare alla fiera, e magari comprare pure qualcosa.
No, no.
Io amo la mia vita e tengo la paura fuori dal mio quotidiano.
Glossario Umbro
sbucinare: /sbu·ci·nà·re/ [lat. sbucînare “rovistare ripetutamente”] – v. tr. [ispezionare con cura cercando qualcosa: s. tutta casa] ≈ frugare, perquisire.
uccare: /uc·cà·re/ -v. intr. (aus. avere) [alzare molto la voce per farsi sentire, per fare rumore o per sfogare l’eccitazione: u. a squarciagola] ≈ (lett.) bramire, strepitare, strillare, urlare.
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