Sua onnipotenza, Radio Maria

 

Radio Maria

In viaggio in autostrada, ascolto Radio Maria.
– “Sono Annunziata da Lecce, chiedo una preghiera per i miei genitori ammalati”.
– “Sono Pino da Forlì, chiedo preghiere per una grave infezione agli occhi”.
– “Sono Nazarena da Catania, chiedo una preghiera, che domenica faccio 56 anni di matrimonio”.
E io scoppio dal ridere. Piegata in due. Morta.

Te lo credo che chiudono Zelig e che Colorado ed Eccezionale veramente non stanno proprio benissimo. Oggi la vera comicità involontaria viaggia sulle altissime e potentissime frequenze di Radio Maria.
Inarrestabile, la puoi prendere ovunque, in tutta Europa, anche senza wi-fi e senza 3G: persino nel tunnel sotterraneo di Ginevra, tra neutrini e neutroni che s’infrangono per riprodurre l’antimateria.
E sarei curiosa di sapere cosa ascoltano gli astronauti lanciati in orbita nelle loro navicelle spaziali.
“Houston, abbiamo un problema!”.
“Cosa succede?”
“Quei rompicoglioni di Radio Maria stanno recitando il rosario e non riusciamo a sentire la stazione di arrivo…”.

Del resto, quando Gesù sul Getsemani disse “Padre, perdona loro che non sanno quello che fanno”, probabilmente si riferiva a loro, i tecnici di Radio Maria, intenti ad installare i ripetitori di onde medie più potenti della Via Lattea.
Un consiglio: se per caso vi si fermasse l’auto nel bel mezzo del nulla, non perdete tempo a chiamare il 118. Fate una sola telefonata a Padre Livio, che canta le lodi a compartimenti stagni su Radio Maria.
“Padre, sono in panne tra il Deserto dei Navajos e la Valle della Morte. Sono senza cibo e senza acqua. Preghi per me o mi mandi i soccorsi!”.
Come minimo, tempo un paio d’ore e ti ritroverai in tuo soccorso i tre Re Magi dotati di Diesel, Carro Attrezzi e Gps per riportarti sulla retta via.
Anche se, va detto, non è bello approfittarsi della Santa Provvidenza e – come parcella – vi toccherà poi recarvi in pellegrinaggio negli studi avveniristici di Radio Maria a Roma.

Fatevi solo realizzare all’occorrenza, dal vostro sarto di fiducia, un vestito all’altezza, foderato di alluminio e carta di riso giapponese per rifrangere le onde gamma ad alta risoluzione di quei dannati ripetitori.
Perché l’atto di fede ok, ma la salute viene prima di tutto.

[:]

Arianne Lapelouse

Giornalista professionista, mamma e imprenditrice. Osservo il mondo con curiosità. Sono una lente a contatto. Morbida.

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