italy

La spesa e la fila al tempo del coronavirus

Dice lui: dai, scendi tu oggi a  fare spesa, che così prendi un po’ d’aria.

Sono quindici giorni che non esco nemmeno sul balcone, per cui mi decido.

-La mascherina? No, per favore, quella tua antipolvere che usi per il bricolage no.  Sai che faccio, mi annodo la kefiah che quella non fa passare niente, te lo garantiscono i palestinesi. Come “che è sta tovaglietta” dai, non mi dire che non l’hai mai vista!-

Scendo, ho il supermarket sotto casa, c’è una fila di almeno venti persone, distanziate tre o quattro metri l’una dall’altra, chiedo chi è l’ultimo e non mi risponde nessuno. Richiedo e niente, mi guardano e non parlano. Per il nervoso mi vengono due colpetti di tosse, di quella secca. Che ve lo dico a  fa’ ??? Tutti istintivamente si girano dall’altra parte, quindi è inutile chiedere ancora. Non so perchè non si possa parlare, mi sembra un’esagerazione priva di senso. Visto che la fila è a U mi metto di lato verso il curvone, prima o poi capirò.

Guardo le donne in fila, capelli stopposi con la ricrescita minimo tre dita, tute bucate ( sono uscite con la tuta di casa?) e poi quelle mascherine col filtro davanti che le fanno sembrare marziane. Certe  sembra che abbiano proprio uno  scafandro da palombaro.

Anche io non devo avere un bell’aspetto, di sicuro i capelli sono orami un disastro. Sembriamo un gruppo di persone di “the day after”, anche per l’atmosfera surreale che si respira.

Fanno entrare me con la kefyah insieme ad una con lo scafandro: sembriamo due terroriste in azione, ci starebbe bene una mitraglietta che esce dalla borsa.

Dentro, è tutto un viavai di carrelli che cercano di scantonarmi, passo io e loro girano. Quelle con la mascherina con la proboscide davanti  in realtà sono le più aggressive. Me ne ritrovo  una che bofonchia come un cane rabbioso indicandomi con la mano la striscia gialla.

Ed io che sto sempre dalla parte sbagliata del mondo, mi sento un’untrice.

Eccheccazzo…basta, me ne sto a casa!

Dice:-scendi tu a far la spesa che ti distrai un po’-

-Ma anche no-

 

Silvia Ovis

Sono una bipolare. Quando sto in fase up scrivo cose allegre, cazzeggio e mi diverto un sacco. Quando sto in fase down scrivo roba da siringa al braccio e sto a letto. Con voi ovviamente condivido solo le prime.

Condividi
Pubblicato da
Silvia Ovis

Articoli recenti

Sì, fondamentalmente sono un po’ troia

Una volta una mia amica mi disse: "dopo i 30, se non ti ricordi i…

2 anni da

Al mare col pancione: tutto quello che devi sapere

La prima cosa in assoluto che ti viene in mente quando la punta del pancione…

2 anni da

Il Karma della Primavera

karma primavera giardinaggio Citazione: "Eeehhhhh signora ma si figuri! Siam mica a Oslo! Li lasci…

3 anni da

Cronache di una dieta: il pancake destrutturato

La mia condanna di donna a dieta perenne è la "variante light". Qualsiasi ricetta, per…

3 anni da

Per la Giornata della Memoria…

E niente. E' il 27 gennaio, apro Facebook e scarto ipotesi. Questa è troppo mielosa,…

3 anni da

La mia professoressa e la Giornata della Memoria

Carissima professoressa delle medie Come sta? Spero che vada tutto bene. Io sto… beh, così…

3 anni da