La toccherò piano: dovete assolutamente guardare Shtisel.
Una serie israeliana che racconta, senza giudizi o pregiudizi, la storia di una famiglia di ebrei ultra ortodossi che abitano nel quartiere religioso di Geula, nel cuore di Gerusalemme. Se avete visto Unorthodox dimenticatela, perché le due serie sono quanto di più lontano possa esistere. In Shtisel si entra sbirciando, delicatamente, in un mondo che sì, è fatto di regole e tradizioni ma, soprattutto, di persone. Dove non esistono buoni o cattivi, giusto o sbagliato, ma solo storie da raccontare. Detta così potrebbe sembrare una noia mortale ma, vi assicuro, la serie è brillante e fa anche ridere!
C’è Akiva, il protagonista, che è un contraddizione vivente. Bello da paura, artista, romantico, anticonformista e (poverinooo) perennemente in conflitto con se stesso e con il mondo intero. Per quanto mi riguarda – e qui voglio rovinarmi – con i suoi occhioni blu e quell’aria da cucciolo sperduto Akiva fa molto Leonardo DiCaprio in Titanic, con relativo altissimo livello di rincretinimento.
Poi c’è suo padre, il rabbino Shulem, saggio apparentemente intransigente e tradizionalista, adorabile anche lui, perché divertente e goffamente apprensivo come qualsiasi altro genitore che si rispetti. Vorrebbe tanto che il figlio finalmente si sistemasse, ma a Akiva, detto in parole povere, “non gliene frega niente” di sposarsi o di fare l’insegnante. Il rapporto tra padre e figlio è il cuore della serie, un tira e molla dove alla fine Shulem, per non farsi rodere dalla bile, dovrà compiere più di un’apertura nei confronti di Akiva.
Ma gli Shtisel sono tantissimi e prolifici, e quindi ad arricchire la trama abbiamo:
il fratello sfigato,
la sorella tosta,
la nonna spassosa e un pò fuori di testa,
lo zio ricco e antagonista,
l’adolescente ribelle,
la figlia ripudiata e un numero imprecisato di nipoti.
Giti, la sorella tosta, sempre incinta (neanche fossimo in un episodio di 16 and pregnant su Mtv o in un episodio qualsiasi di Beautiful), sposata con un uomo che potremmo tranquillamente definire un’idiota, affronta una crisi matrimoniale conquistando a pieno la nostra stima e la nostra comprensione. E poi c’è Ruhami, la figlia maggiore di Giti – interpretata dalla splendida Shira Haas (Unorthodox) – una ragazzina cresciuta troppo in fretta, che inizia a sperimentare da sé le gioie e i dolori della vita (una cazzata dopo l’altra, come ogni adolescente che si rispetti).
Tutti, però, nascondono qualcosa: c’è chi guarda la televisione, chi vive un amore segreto, chi sogna un’altra vita, chi deve fare i conti con la fede, con i sensi di colpa, con qualcosa da cui sembra impossibile sfuggire. Tutto raccontato con estrema delicatezza, in una Gerusalemme antica e meravigliosa, tutta da ammirare.
In poche parole, se volete piangere, ridere e innamorarvi, guardate Shtisel, la serie è disponibile su Netflix.
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