Settembre: gruppo scolastico whatsapp, non mi mancavi per niente

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settembre,whatsapp

 

Settembre è il mese degli inizi, per qualcuno è una sorta di capodanno, inizia la scuola, finiscono le ferie e si riprende a lavorare, il mese dei buoni propositi.

Il mio buon proposito per il mese di settembre è quello di non lanciare il cellulare fuori dala finestra.

Perché?

Come perché? Ma dove vivete? Tutte le mamme lo sanno!
Ho detto: inizia la scuola.
E con essa il gruppo whatsapp di classe.

Che vostro figlio abbia iniziato un nuovo ciclo di studi in una nuova scuola o che continui nello stesso istituto la solfa non cambia, il gruppo di classe sarà lì, con te, minuto dopo minuto nel corso dell’anno scolastico.

Iniziamo con le presentazioni:.

Io sono Silvestra la mamma di Simone che ha quasi sei anni (e scordatevi il vostro nome, dal primo giorno di scuola non avrete più la vostra identità, voi siete “la mamma di”)

A presentazioni avvenute si inizia con tutte le domande dei primi giorni di scuola:

  • Io ho preso la matita verde voi?
  • Ma il pacco di buste crystal deve essere da cento?
  • La carta della risma quanto deve essere spessa?

Passano i giorni e così i bimbi fanno amicizia, e anche le mamme.
I messaggi sul gruppo continuano inesorabili, cambia solo il tenore, si inizia a sparlare della maestra, del cibo in mensa che ha provocato dissenteria a raffica, delle riunioni interminabili, della sparizione misteriosa del giochino lasciato nell’armadietto.

“Stefania ha mal di stomaco (faccina triste) ieri a mensa hanno dato la platessa, i vosti figli come stanno? (faccina spaventata)”

“Bene (faccina sorridente)”

“Bene (occhiolino)”

“Bene (cuoricino)”

(una serie infinita di bene con faccine messe a cazzo)

“Il mio ha tossito tutta la notte forse cova il virus intestinale”

“Il mio ha russato, e lui non russa mai quindi si ammalerà”

“Poveri (faccina triste)”

“Poveri (faccina triste)”

“Bacio ai cuccioli (la solita più materna di tutte, la madre di tutte le mamme, stronza – faccina arrabbiata)”

E così via.

Ma poi arriva metà ottobre e bisogna organizzare la festa di Halloween, il primo scoglio da superare per la grande famiglia del gruppo di classe.
Ecco che i genitori si dividono tra favorevoli e contrari:

“Non si festeggia (faccino sorridente – per trasmettere: sonofermanellemieidee ma nonsonoarrabbiataconchihaavutostideadimerda)”

“È una tradizione americana, noi siamo italiani (occhiolino)”

“Ma sì, dai, i bimbi giocano un pomeriggio (mani giunte)”

“No, assolutamente, siamo cattolici (faccina di PapaFrancesco)”

“No fantasmi, sì ai Santi (faccina da fondamentalista cattolico)”

“Io sono per il no e se decidete di farla non mando mio figlio (faccina da Brancaleone alle Crociate)”

Ed è così che la povera rappresentante di classe ha la prima crisi di nervi di un lungo anno scolastico, e inizia a mettere faccine ovunque.

Per la cronaca, nella maggior parte dei casi la festa di Halloween si fa e viene fatta nel salone parrocchiale profumatamente pagato perché di fronte ai soldi non si tira indietro nessuno (faccina da prete che sogghigna sfregandosi le mani).

Il gruppo di classe regala sempre grandi perle di saggezza, grandi insegnamenti di vita, lezioni memorabili, tanto per mettere in crisi le mamme.

Ci sono quelle che hanno raccontato ai figli la storia di Babbo Natale e quelle che hanno semplicemente detto che il Babbo non esiste.
C’è chi dice che i figli arrivano dal Paradiso, chi racconta che si catapultano nella pancia della mamma senza un perché e chi racconta spudoratamente la verità.

In tutto questo, i bambini si scambiano informazioni e poi tornano a casa e raccontano che l’amichetto ha detto che Babbo Natale non esiste e che ha messo la sorellina nella pancia della mamma o forse che papà ha messo un semino, non ricorda bene (faccina disperata della mamma).

La sventurata mamma verrà inesorabilmente messa sotto torchio sul gruppo, messa alla gogna per aver raccontato la verità al povero cucciolo (faccina spaventata)

Ad ogni modo, ho cambiato idea, il mio buon proposito per il mese di settembre è cambiato.
Il mio nuovo proposito è quello di convincere mio marito a sostituirmi nel gruppo whatsapp di classe (bicchiere di champagne e faccina da diavoletto).[:]

Silvestra_Sorbera

Ho 33 anni ma vanno bene anche 40. Sono una giornalista e una scrittrice, racconto la vita, ho la sindrome del controllo e del comando e un alto tasso di testosterone. Nella mia vita precedente sarò stata senza dubbio Lady Oscar

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Silvestra_Sorbera

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