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Un corso sulla sessualità degli animali ha creato scompiglio in una classe di quarta elementare.
I bambini di 9 e 10 anni sono tornati a casa raccontando ai genitori che una tigre può allattare un maialino, che un orso può essere allevato da un uomo, che gli animali si corteggiano e che i riti di accoppiamento possono prevedere il roteare della coda di un pavone o che per attrarre una compagna, gli ippopotami maschi fanno pipì e defecano allo stesso tempo, per poi usare la loro coda per diffondere l’odore attorno e spruzzare le femmine.
Con orrore le mamme scrivono:
“Mio figlio mi ha detto che orso e cane possono stare bene insieme! Anche gatto e topo! Anche uomo e orso! Oddio…”. Oppure
” …che ci si può accoppiare con chi ci va a genio e lo si deve fare senza vergogna come ci insegnano gli animali. Questo è quello che mi ha riportato mia figlia e che a me non è affatto piaciuto”
“Il corso doveva essere facoltativo”, oppure ancora
“Mio figlio mi ha solo detto che ha scoperto che la balena è l’animale con il pene più lungo tra gli animali, fino a due metri, vi rendete conto?”.
Ora, capirete bene che mi sono molto divertita a leggere, ma ad un certo punto è stato un riso un po’ amaro. A tratti, mi è caduta la fiducia sul genere umano in generale, ma poi da ottimista della vita quale sono mi sono ripresa.
E ho cominciato a pensare una risposta efficace per tutti.
Certo, avrei potuto spiegare che il corso trattava elementi come l’empatia tra gli animali, l’idea di fondo era mettere a proprio agio i bambini attraverso la naturalezza degli animali e le infinite possibilità che la natura concede sia a livello emotivo che sessuale.
Ma non lo sapevano? Avranno pur letto il programma, giusto?
Voglio credere che sia così.
Allora avrei potuto chiedere loro, semplicemente: di cosa, di grazia, avete paura? Di scoprire come siamo fatti biologicamente anche noi? Di scoprire che gli animali possono essere più aperti emotivamente e sessualmente di noi?
Ma no, avrei rischiato di sembrare antipatica e saccente.
Forse allora avrei potuto portare loro degli esempi.
Ad esempio, che ci sono animali di specie diverse che arrivano a simulare l’amplesso non a fini riproduttivi ma per stabilire gerarchie.
Che esistono anche specie tra i primati e i mammiferi marini che assumono comportamenti omosessuali, la cui vera incidenza non è ancora stata del tutto chiarita dagli studi.
Che le lumache praticano tra loro del sesso sadomaso, che i cervi non si fanno problemi a ingannare l’attesa accoppiandosi tra maschi o che i delfini non sono poi così morigerati come ci vogliono far credere.
Sì, avrei potuto fare così. E forse avrebbero capito senza traumi.
Ma non sarebbe stato divertente.
Così ho optato per una scelta più rapido, un sunto, ecco: l’ orgasmo dei suini. “L’orgasmo dei suini può durare anche 30 minuti. Non abbiamo che da imparare, ragazzi”.
Stop.
Dopo il mio intervento è sceso un silenzio chat di cui i miei occhi ringraziano, ma la mia mente continua a tornare all’immagine di una madre che forse per la prima volta si rende conto che non potrà più negare l’esistenza di quella meravigliosa parte dell’essere umano che è l’esplorazione e la scoperta del sé.
Sperando che Alberto Angela riproponga in prima serata le sue puntate sull’amore e la devozione delle famiglie di elefanti o i forti legami tra i cani della prateria, vado a riguardarmi lo strano progetto di Isabella Rossellini di qualche anno fa, Green Porno, così mi preparo per le prossime domande.
Attendo il prossimo anno quando saremo alle prese con la sessualità degli esseri umani, ho come il sospetto che ne leggerò di fantastiche, naturalmente vi aggiornerò in tempo reale…
To be continued…
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Chiara Pedrazzoli
Per favore però, non fate come gli ippopotami, già esistono uomini che se potessero per marcare il territorio ti farebbero pipí su di un piede!