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Sesso, Cioccolato e Covid: il caso Modica

Che cioccolato e sesso siano un binomio inscindibile, già lo sapevano gli Aztechi.
La leggenda narra che Montezuma, quello della maledizione del cagotto in vacanza, ne consumasse fino a 50 tazze al giorno per soddisfare tutte le 50 fanciulle del suo harem.
Il cioccolato arrivò in Europa nel 1519 e venne immediatamente bollato dalla Chiesa come cibo peccaminoso.
La bevanda degli dei stimolando i sensi induceva ai piaceri del sesso quindi, grazie ai bacchettoni, fino al 1600 fu considerata una bevanda proibita. 

Veniamo ai giorni nostri: Modica, città barocca nel ragusano nonché una delle capitali mondiali del cioccolato, finisce su tutti i giornali e questa volta non per la sua prelibatezza ma per un fatto di cronaca grave.
Sarà forse per le proprietà afrodisiache del cioccolato che rende i modicani top clients, che una prostituta peruviana affitta per 10 giorni un alloggio in città, dove esercitare in trasferta l’antico mestiere di vendere l’amore.
Sarebbe la solita storia di pruriti grattati nelle parti basse, se non fosse che qualche giorno fa, bocca di rosa viene ricoverata a Foligno a causa del Covid.

Il sindaco di Modica Ignazio Abate, che già solo il cognome sono cilicio e frustate, lancia un accorato appello ai clienti della prostituta perché si facciano tutti un bel tampone. Non basta perché, la gentile clientela è pregata di informare dell’accaduto chiunque sia venuto a contatto con loro e, tra i venuti a contatto con loro ci sono le mogli.

Già dire al salumiere che potresti essere un potenziale untore non deve essere facile, dirlo a tua moglie è un suicidio che tanto vale chiamare il prete se non è già in ospedale a farsi il tampone per primo.
Il sindaco lancia l’appello e le signore preparano il mattarello, che il Covid fa più male delle corna.
La stima del sindaco è di circa 25 potenziali clienti contagiati, che però secondo me non tiene conto del potere afrodisiaco dei flavanoidi del nostro cioccolato.
Se il Covid non fosse una cosa seria, verrebbe quasi da ridere. Se non ci fosse in gioco la salute, verrebbe da chiedersi quanti schiaffi senza distanziamento sociale, gli ex clienti di bocca di rosa si sono presi dalle mogli e pure dal salumiere.

La Principessa Astronauta

Torinese, classe 1967 quelli della X Generation, quelli troppo impegnati a distruggere per impegnarsi a costruire. Negli anni ’80, sono stata la prima cantante donna di metal estremo in Italia, praticamente la quota rosa ero io. Ho sperimentato il sessismo e usato il sesso e qualche manata ben assestata, per combatterlo. Rossa come le fragole che sono zucchero, ma se sei allergico magari poi ci resti secco.

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