Finalmente una serie come dico io: basta morti ammazzati, bambini scomparsi, mostri dal sottosuolo, storie di droga, poliziotti con cadaveri in cantina e casalinghe con il drink pronto in frigo.
SUITS è la serie TV dove i protagonisti, rampanti avvocati di uno studio legale, sono tutti belli, intelligenti, ben vestiti, professionali, ironici e sempre con la citazione cinematografica sulla punta della lingua.
Così vorrei fosse il mio ufficio.
Ma se paragono lo studio legale più famoso di New York con il mio ambiente di lavoro, rischio di rimanere con un pugno di mosche in mano…
In Suits tutti lavorano sodo: vietato presentarsi dopo le 7 del mattino e uscire prima delle 19 di sera, se non si vuole dare una brutta impressione, soprattutto se si è appena stati assunti.
E qui cominciamo a sgrossare un bel 50% dei miei colleghi, in fila alla bollatrice un quarto d’ora prima della fine del turno. Il sabato è sacro, la domenica non è proprio segnata nell’agenda e le vacanze sono automaticamente associate al calendario scolastico senza nemmeno la fatica di segnarle sul piano ferie.
In Suits tutti si vestono bene. La titolare dell’agenzia, Jessica Pearson, si presenta in Loboutin con suola rossa per la riunione con un nuovo cliente; per Harvey Specter, l’avvocato di punta, solo abiti maschili a 4 zeri; tutte le assistenti, capitanate dalla futura Duchessa Meghan Markle, tacco 12 davanti alla fotocopiatrice e camicette di seta per le ricerche in biblioteca.
E qui eliminiamo irrimediabilmente un altro 40% di persone che per conciliare meglio i tempi casa-lavoro vengono in ufficio direttamente in pigiama.
E in Suits sono tutti estremamente intelligenti. Per far fronte alla spietata concorrenza, vengono assunti solo giovani laureati a pieni voti ad Harvard, sottoposti già dalle prime settimane a test, ricerche e simulazioni di processo.
Ecco, qui purtroppo non c’è materiale umano a sufficienza per poter affrontare la percentuale.
Ma anche in Suits c’è l’eccezione, e si chiama Louis. E’ il miglior personaggio della serie, il caratterista che sta sempre un passo dietro alla star, che la rincorre senza mai raggiungerla, che tenta lo sgambetto per vendetta anche se ne va del buon nome dello studio, che non sceglie bene la cravatta e non risponde mai la cosa giusta.
Ecco, alla fine, dopo aver scartato stacanovisti, elegantoni e cervelloni, rimarrò finalemente sola nel mio ufficio. E sarà un giorno perfetto, fino a quando squillerà il telefono e dall’altro capo del filo ci sarà Louis.
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