Dice la Treccani: Comare (ant. commare) s. f. [lat. tardo commater, comp. di con- e mater «madre»]. – …Vicina di casa, legata da rapporti di lunga amicizia e confidenza: le c. chiacchieravano nella piazzetta;… ciarle, pettegolezzi da comari. c. Dim. comarèlla, comarùccia.
Ricordo con affetto e tenerezza (ora) le comari del piccolo borgo siciliano. Vecchie signore canute con facce dure arse dal sole.
Dresscode: nero. Pece.
Passavano le loro giornate su sedie spagliate o, le più agili, sui gradini delle case a piano terra di fronte alle imposte. Venendo dal nord ricordo che pensai sembrassero un circolo di streghe con il pentolone probabilmente nascosto nelle loro profumate cucine. D’altro canto anche nel mio paesello settentrionale non mancavano, erano semplicemente comare rivisitate. Anche loro come le precedenti sedevano a semicerchio fuori dalle cascine, i visi erano paonazzi e decisamente più larghi. Il chiacchiericcio più animato e più comprensibile (almeno per me) e ogni volta che passava qualcuno lo salutavano con grande cordialità.
Dresscode: grembiuli. A fiori.
Venivano chiamate “peppie” e nelle giornate piovose stavano in solitaria dietro alle persiane. Se passando le salutavi perché le avevi viste, si ritraevano per non farsi vedere. Insomma da nord a sud il fenomeno “comari” era ed è sempre stato assai diffuso. Tutte erano accomunate da qualità ben distinte: grande spirito di osservazione, grande capacità di giudizio(secondo la loro giustizia), dote oratoria spiccata, fantasia. Se la comare di un paese sapeva una cosa la riportava prontamente ad un’altra comare aggiungendo un pezzettino che rendesse il fatto più esilarante. La compagna comare non perdeva tempo e raccontava il fattaccio ad un’altra con qualche aggiunta fantasiosa. Il fatto increscioso veniva così riportato alla comare che andava al mercato rionale nel paesino vicino e alla fine la tragedia era conosciuta da tutti. Insomma il telefono senza fili si espandeva condannando le/i malcapitati ad una condanna Comare.
Con il passare del tempo però, si vedono sempre meno signore davanti alle case e nessuno sa più chi é figlio di chi, il motivo per cui é li, perché fa quella cosa lì con quell’altra persona lá e si fa la spesa nel
Supermercato. Ci si sposta dal paesello verso le grandi città. Non si conoscono più i vicini di casa e lo zucchero si ordina con la spesa online.
Anche voi ci siete cascate, eh?!
La Comare, amiche mie, non si é estinta, si é evoluta.
La sedia spagliata ha lasciato il posto al comodo divano, il chiacchiericcio viaggia su fibra! Ma che ne sanno Fiorello e Rovazzi?!
La vera comare si nasconde nei gruppi di whatsapp e di Facebook!
Pensateci! Se si commenta un post in “sei di (paesello in questione) se…” ti giudicano, ti taggano nelle critiche, ti chiedono l’amicizia per farsi i fatti tuoi.
Se si ha un pupo in età prescolare quasi sicuramente ci si iscrive al gruppo dell’asilo.
Oh l’innocentissimo Gruppo dell’asilo! Tutto maestre, regali alle maestre e bimbi puffettosi. É un inganno signore! Appena possono si scrivono i privato per commentare una cosa che hai detto o fatto.
Il gruppo dei vicini di casa? Io ne ho due! Uno si chiama “comunicazioni Paesello” l’altro “S.O.S. Paesello”. 1000 anime, 100 notifiche al giorno. Sanno come hai fatto la differenziata, a che ora rientri da lavoro e sentono a 100 metri la puzza del minestrone di broccoli che hai accidentalmente bruciato ( non sono la sola, vero?).
Quindi facciamo attenzione, le comari non si sono estinte, si sono evolute!
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