Quando ero piccolina e giocavo a saltare l’elastico con le mie amichine, venivo osservata da una giuria competente che supervisionava il tutto, così come quando chi giocava a campana e zompava dentro alle mattonelle senza poter pestare i bordi, non doveva manco sfiorare una fuga del pavimento con la suola, ché veniva buttata fuori dai giudici di qualità.
Ma era una giuria tangibile, signora mia. Eh sì: gente che guardava con occhi attenti, da tutte le angolazioni, piegandosi bene, e pagando pegno se sbagliava, perché tangibili erano sia i fatti, che i partecipanti, e tutto finiva in una mangiata di pane burro e marmellata, succo di frutta e abbracci.
A differenza di oggi, non si trattava di meme o bufale social del cazzo, costruiti sul nulla, a cui abboccano in troppi. Adesso ti offendono, sai, dico a priori eh, e processano non solo le intenzioni, ma monitorano pure ciò che non hai fatto, tu e tutti i tuoi avi.
Vogliamo parlare di quelli che criticano le ragazze che, più o meno meritorie (ma sono comunque fatti loro), fanno i soldi con gli sponsor “come quella stupida della Ferragni” ? (Ma davvero pensate che sia scema?).
E allora quei ragazzi che rifiutano qualsiasi lavoro, e a 30 anni si fanno ancora mantenere dai genitori, e strisciano le carte di credito del papi, cosa sono?
Conseguentemente alla superficialità che fa esplodere la critica immediata (da parte soprattutto dei neofascisti) capita anche che insultino personaggi autorevoli come la Boldrini (perché secondo loro promuove l’utilizzo del big bamboo al fine di incornare il vero maschio italiano, e perché è maiala come tutte le donne, soprattutto quelle komunisteh) o massacrino una ragazzina sconosciuta che ha scattato un selfie facendo il dito con Selfini (soprannome derivante dalla sua mania per gli autoscatti, non a caso) che dormiva (tanto per cambia’) alle sue spalle, in aereo.
Apriti cielo! Non vi sto a raccontare i giudizi che ho letto su questa giovane, e le minacce che le hanno indirizzato!
Pensate che qualcuno ‘conosce’ pure le sue abitudini sessuali, sì sì, e ha già deciso che “ha la mamma troia e il padre becco, e che (anche lei) va con gli immigrati perché hanno una minchia tanta”.
Tutte queste certezze vengono vomitate sui social, ancor prima di consultare persone a lei prossime, o, chessò, testimoni attendibili, perché questa è l’attuale legge della rete, e perché ‘io ho ragione al 100% e te sei un coglione al 101%, e se sei donna, sicuramente sei pure “bocchinara, mononeuronale e oca (oltre che zecca rossa mangiabambini)”.
A prescindere dalle verità effettive: non vi sembra che stiamo poco poco esagerando?
Che ci facciamo travolgere da troppa rabbia, e che gli obiettivi delle nostre incazzature non siano realmente quelli che andiamo a colpire?
Siamo certi che la nostra non sia tutta e solo colpa di un reale, brutale, invasivo e inoppugnabile senso di impotenza, che andrebbe regolato, tipo facendo più l’amore o mangiando più lasagne, alla faccia del mal di testa e del colesterolo? Scusate, vado a controllare la cottura della pasta al forno. Cia’.
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