[:en]Noi donne siamo chiaramente multitasking, nel senso che fin da piccole veniamo educate ad affrontare più problemi tutti in una volta sola.
Quindi impariamo a lavarci i denti mentre ci infiliamo i jeans, controllando i brufoli nella specchiera e sgomitando con il fratello che vorrebbe occupare il lavandino al posto nostro.
Il tutto canticchiando “Love love me do” e mandando un sms all’amica del cuore.
Il momento clou della nostra capacità multitasking si manifesta in occasione del cambio di stagione.
Qui riusciamo a coordinarci tra montagne di cappotti, maglioni, vestiti e calzettoni decidendo in pochi istanti cosa buttare, cosa regalare alla vecchia zia indigente, cosa adattare con modifiche e cosa passare alla figlia, dividendo in mucchi ordinati e reinserendo tutto sotto forma di variopinte piramidi di Cheope nei vari scomparti dell’armadio.
L’armadio della camera da letto è il nostro oggetto misterioso. Non a caso tutti i grandi scrittori di fantasy fanno iniziare dall’armadio le loro avventure. Da Narnia in giù.
L’armadio è quella cosa che è sempre troppo piccola, quindi sempre piena fino all’orlo di ogni sorta di oggetto, sia accessorio che fondamentale. Ma se, esasperata dal disordine, ti viene l’idea di comperarne un secondo, ebbene, tempo una settimana e anche questo sarà imballato da scoppiare. E non ti sai spiegare il perchè di questo fenomeno ultraterreno.
L’armadio è anche il nostro sancta-sanctorum, l’unico luogo della casa proibito alla colf. Nessuno ha l’autorizzazione a metterci le mani: solo tu.
Nessuno ha il diritto di dirti come sistemarlo: la prenderesti malissimo, sul piano personale.
Quindi guai anche solo a suggerirti modifiche.
Poi c’è il problema dell’uomo di casa.
Quello che se gli sposti le mutande di dieci centimetri NON le trova più, va nel panico, butta tutto all’aria, si dispera e ti chiama al telefono con voce offesa:
“Dove le hai messe?”
“Ma sono lì, davanti a te, caro!”
“Ah, MA LE AVEVI NASCOSTE!”
Certo.
Figurati a cambiare la disposizione di tutti i ripiani e dei cassetti. Ti ritroveresti con un uomo disperato, perso nel nulla, piagnucolante e accusatorio.
Quindi, abbiamo deciso. L’armadio resta com’è, non si cambia.
Mentre il marito, beh, ecco…[:it]Noi donne siamo chiaramente multitasking, nel senso che fin da piccole veniamo educate ad affrontare più problemi tutti in una volta sola.
Quindi impariamo a lavarci i denti mentre ci infiliamo i jeans, controllando i brufoli nella specchiera e sgomitando con il fratello che vorrebbe occupare il lavandino al posto nostro.
Il tutto canticchiando “Love love me do” e mandando un sms all’amica del cuore.
Il momento clou della nostra capacità multitasking si manifesta in occasione del cambio di stagione.
Qui riusciamo a coordinarci tra montagne di cappotti, maglioni, vestiti e calzettoni decidendo in pochi istanti cosa buttare, cosa regalare alla vecchia zia indigente, cosa adattare con modifiche e cosa passare alla figlia, dividendo in mucchi ordinati e reinserendo tutto sotto forma di variopinte piramidi di Cheope nei vari scomparti dell’armadio.
L’armadio della camera da letto è il nostro oggetto misterioso. Non a caso tutti i grandi scrittori di fantasy fanno iniziare dall’armadio le loro avventure. Da Narnia in giù.
L’armadio è quella cosa che è sempre troppo piccola, quindi sempre piena fino all’orlo di ogni sorta di oggetto, sia accessorio che fondamentale. Ma se, esasperata dal disordine, ti viene l’idea di comperarne un secondo, ebbene, tempo una settimana e anche questo sarà imballato da scoppiare. E non ti sai spiegare il perchè di questo fenomeno ultraterreno.
L’armadio è anche il nostro sancta-sanctorum, l’unico luogo della casa proibito alla colf. Nessuno ha l’autorizzazione a metterci le mani: solo tu.
Nessuno ha il diritto di dirti come sistemarlo: la prenderesti malissimo, sul piano personale.
Quindi guai anche solo a suggerirti modifiche.
Poi c’è il problema dell’uomo di casa.
Quello che se gli sposti le mutande di dieci centimetri NON le trova più, va nel panico, butta tutto all’aria, si dispera e ti chiama al telefono con voce offesa:
“Dove le hai messe?”
“Ma sono lì, davanti a te, caro!”
“Ah, MA LE AVEVI NASCOSTE!”
Certo.
Figurati a cambiare la disposizione di tutti i ripiani e dei cassetti.
Ti ritroveresti con un uomo disperato, perso nel nulla, piagnucolante e accusatorio.
Quindi, abbiamo deciso. L’armadio resta com’è, non si cambia.
Mentre il marito, beh, ecco…[:]
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