Dovendo trattenermi dai Miei più del previsto ed avendo portato un solo Cambio, decido di rovistare nell’Armadio dei Ricordi per cercare qualcosa di Decente che mi entri ancora, perché devo uscire e ho addosso ‘sto Completo da Martedì.
Scartando improbabili Top che ormai mi farebbero sembrare un’Evasa dal Manicomio, Camicie da Set Porno e Shorts da CarWash (chi mi conosce lo sa: mi son sempre coperta molto poco fin quando ho potuto ☺️) trovo un paio di jeans skinny grigio scuro che non avevo mai indossato, perché a me il grigio scuro fa cacare ma “li compro ugualmente, che se poi li vedo addosso a un’altra mi girano i Coglioni”
Sì, ero una ragazzina Vanitosa e le Ragazzine vanitose, si sa, ragionano col Culo, che però è un Bel Culetto quindi gli si perdona tutto, dai.
Da un paio d’anni, circa, indosso per lo più Tute, jeans molto larghi e vestitini a sacchetto. Cose comode, insomma.
Non guardo più le Vetrine dei Negozietti con Taglie 38/42 e, onestamente, a meno di non vedere quelle Delizie sulle mie Nipoti e sulle loro amiche, non suscitano neanche più il mio Interesse.
L’unico Vezzo che ancora mi concedo sono Tacchi e Zeppe che puntualmente compro e puntualmente conservo: “Magari ci sarà Occasione”.
Le vado ad accarezzare ogni tanto, a volte le Bacio anche, ma le tradisco con Anfibi, Converse e Stivali bassi.
Insomma, abituata alla mia rassicurante comodità, questi skynny grigio scuro cominciano a sembrarmi davvero ma davvero, impietosamente stretti: “Non ho più il Fisico né l’Età.”
E probabilmente neanche la grazia per indossarli.
E poi non so se sono ancora una 42. “Figurati, sarò una 48/56, ormai” penso, mentre mia madre insiste per convincermi del contrario.
Insomma, prendo questi jeans, mi stendo sul letto e li infilo.
Fino alla fine temo non si abbottonino, invece si chiudono subito, senza difficoltà, lasciandomi, confesso, molto sorpresa.
Mi sento abbastanza strana, data l’inusuale aderenza addosso, ma tutto sommato sono abbastanza disinvolta.
“Cazzo, sono sempre la Strafiga di una volta. Ora metto i Tacchi e …
Popolo, sono tornata!”, penso.
E invece.
Invece guardandomi allo specchio noto che la cucitura sul Culo, quella che un tempo separava le Chiappe che reagivano svettando in alto, puntando gioiosamente verso il Cielo e verso Dio, quasi a volerlo ringraziare, adesso non separano un bel niente.
Sì, sicuramente dividono le due parti: ma per quanto io mi sforzi di tirare in su, l’effetto è più quello di un unico, anonimo Panettone.
Poi una Coscia è più grossa dell’altra.
Poi, per dirla tutta, la Ciccia deborda, la Pancia tira e poi non c’è più quel nettissimo stacco Fianchi-Vita.
E insomma, guardami: sembro un po’ un Troione.
Insomma, con tutto il rispetto per i Troioni: ” ‘Ndò vado, conciata così?!”
Ce ne sono, in giro, di Convintone:
50enni vestite come 20enni.
20enni vestite come 50anni
20enni vestite come 20enni ma che non potrebbero decisamente permetterselo.
Ma non mi avranno mai.
Sfilo davanti allo specchio a spalle abbassate e braccia lungo i fianchi, constatando la Sconfitta, mentre mia Madre mi incita:
“BELEN TE SPICCIA CASA, SEI BELLISSIMA!”
Torno sul letto e prima di levare per sempre i Jeans penso che, in fondo, non erano così brutti, che avrei potuto metterli quando ancora potevo.
Stupida Ragazzina Vanitosa.
Li piego, chiedendomi a quale delle mie Amiche potrebbero star bene, per dare a questo sfortunatissimo capo una seconda possibilità e indosso la mia Tutona preferita.
“Mondo, eccomi: Invece del Culo, guardami il Sorriso”.
Quello di chi sta bene, finalmente.
Senza bisogno di compiacere nessun’altro se non se stessa.
È la Vita che continua.
E sì, Mamma: io sono bellissima.
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