Il mio quartiere è vivo.
Il mio quartiere è in continuo rinnovamento.
Il mio quartiere è inclusivo.
Il mio quartiere è NoLo (North of Loreto) – Milano
Ci convivono giovani e pensionati, benpensanti e hipster, comunisti impegnati e fighetti, etero e gay, leghisti e immigrati di tutte le etnie.
Ci puoi trovare così tanti tipi di cucina che manco a Soho e ci vengono organizzati un sacco di eventi, culturali e ludici. Eh sì, perché dimenticavo, siamo anche la social district più vivace di Milano, e abbiamo persino una radio di quartiere autogestita tra vicini di casa.
Nessun difetto quindi? Beh a dire il vero ultimamente ce n’è uno piuttosto fastidioso: la presenza, sempre più invasiva di una nuova comunità itinerante.
Te li ritrovi ovunque, quasi sempre maschi, spesso in coppia, appostati davanti ai portoni con una cartelletta per gli appunti in mano, alla ricerca del custode o di una casalinga in transito da “intervistare”, per sapere tutto sulla composizione socio-demografica del condominio. Questi strani personaggi sono interessati soprattutto ad alcune categorie di umani:
– vedove/i
– divorziati/separati
– coppie in attesa di un figlio (meglio se dal secondo in su)
– grandi anziani a rischio ricovero in strutture
– malati terminali
No, non sono addetti ai servizi sociali e neppure rilevatori statistici.
Sono agenti immobiliari a caccia di affari facili. Come vi ho detto il mio quartiere è in pieno rilancio e questo li rende assatanati.
Li riconosci dalla divisa d’ordinanza, camicia, giacca e cravatta col nodo largo. Somigliano a pinguini tutti uguali, ma considerate le modalità di spionaggio degne del Mossad, l’insistenza da fare invidia ai testimoni di Geova (e ai call center per quanto riguarda le telefonate a tradimento) e soprattutto la spregiudicatezza, in realtà, forse somigliano più a degli avvoltoi.
E’ risaputo, il lavoro nobilita l’uomo, infatti mi stanno decisamente più simpatici i rider, moderni ragazzi-tartaruga, quelli che sfrecciano per il quartiere pedalando con il guscio colorato sulle spalle. Perché loro, anziché cercare spasmodicamente il colpaccio, quei pochi euro se li sudano tutti i giorni e a casa nostra arrivano soltanto se li chiamiamo, quando non abbiamo voglia di cucinare.
A loro un sorriso e una bella mancia, agli altri un bel “sticazzi”.
Perché in fondo, se decidiamo di cambiare casa, sino a prova contraria, l’indirizzo dell’agenzia riusciamo a trovarlo anche da soli.
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