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NOI, GLI AFFETTI INSTABILI DEL COVID

Siamo affetti instabili e, come se non bastasse, in era Covid ci sentiamo pure discriminati a colpi di Dpcm che sembrano scritti per farci male

Non me la sono fatta una famiglia, non che non ci abbia provato almeno una ventina di volte.
Non ci sono riuscita e allora mi sono rassegnata a restare single o quasi, dove quasi sta per “quasi sempre single”.
Sono comunque in buona compagnia perché, faccio orgogliosamente parte di quel 33% di nuclei unifamiliari presenti nel Bel Paese.

Un esercito di 8,5 milioni di affetti instabili pronti alla guerra contro la discriminazione

Con il primo lockdown siamo stati tra quelli che hanno patito di più. Improvvisamente privati della socialità, ci siamo ritrovati desolatamente soli. Le nostre certezze, la nostra tanto celebrata indipendenza, si infrangevano contro quella porta di casa che doveva restare chiusa.
Appena riaperto siamo tornati ad avere una moderata socialità, ma già l’aver potuto lasciare il sepolcro come un novello Lazzaro per andarsi a fare una birra in compagnia, ci è sembrato un dono del cielo.

La mancanza del contatto fisico è qualcosa che è difficile da spiegare se non fai parte dello squadrone affetti instabili da Covid.

È come andare in giro senza corpo e adesso so cosa prova l’Uomo Invisibile

Molti governi hanno dato delle linee guida per continuare ad avere delle relazioni affettive o anche solo sessuali durante la pandemia.
Il Belgio ha istituito il Knuffelcontact  (il compagno di coccole) e l’Olanda il Seksbuddy (praticamente il trombamico). Il fine è una sorta di riduzione del danno perché, è meglio che due affetti instabili diventino stabili per un po’, piuttosto che niente perché il niente non è umanamente fattibile sulla lunga distanza.

Noi piemontesi abbiamo un detto che tradotto suona così “Piuttosto che niente è meglio piuttosto”

Scordatevi la one night stand, scordatevela per un pezzo perché la convivenza con il maledetto virus, passa soprattutto dalla modifica di alcuni comportamenti.

Resta il fatto che fare sesso è un diritto e rafforza pure le difese immunitarie. La pensa così tutto il mondo. Tutto il mondo meno che l’Italia

Amori di sopravvivenza vengono istituiti in tutto il mondo libero, mentre in Italia ci si continua a scannare sul grado di parentela che occorre per potersi incontrare.
Siamo in piena seconda ondata Covid, in Italia si muore troppo e bisogna ancora stringere i denti, ma ancora una volta gli affetti instabili sono al primo posto della categoria discriminati.
Nel prossimo Dpcm per contrastare la voglia di far fiesta a Natale e Capodanno, gli spostamenti verranno proibiti, se non cambia qualcosa, addirittura i ricongiungimenti familiari verranno azzerati per decreto.

Una classe politica infantile ci tratta da infanti, come se non avessimo coscienza del pericolo che corriamo noi stessi e la comunità intera

Se passerà la “linea del rigore” del ministro Speranza, passerò le festività da sola, in pieno affetto instabile style. Posso farcela, ma non tutti sono selvatici come me e bisogna pensare anche a chi non è abbastanza strutturato per continuare a resistere.

Sono la Principessa Astronauta e mai come oggi mi sono sentita tanto sola sulla mia astronave 

La Principessa Astronauta

Torinese, classe 1967 quelli della X Generation, quelli troppo impegnati a distruggere per impegnarsi a costruire. Negli anni ’80, sono stata la prima cantante donna di metal estremo in Italia, praticamente la quota rosa ero io. Ho sperimentato il sessismo e usato il sesso e qualche manata ben assestata, per combatterlo. Rossa come le fragole che sono zucchero, ma se sei allergico magari poi ci resti secco.

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La Principessa Astronauta

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