La fonte: La 27ma Ora, blog di Corriere.it
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L’antefatto: Laura (nome di fantasia) ha avuto una “esperienza traumatica di abuso infantile reiterato intrafamiliare”.
Leggasi, è stata oggetto di abusi da parte del padre dai 5 anni fino ai 12.
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Il fatto: Laura è oggetto di molestie da parte di uno suo collega. Entrambi lavorano alla Croce Rossa a Torino, lei dal 2008 con contratto interinale, e sembra che l’uomo abbia approfittato della sua posizione per costringerla a subire violenze sessuali varie. In aula, Laura rende una testimonianza confusa. Sia perché sono passati 6 anni dall’arresto di lui (ah, la celerità della Giustizia!) sia per il particolare momento psicologico. In particolare, viene posto in risalto il fatto che lei abbia sì detto “No, basta!” più volte ma non avrebbe urlato o cercato in altro modo aiuto. Depone testualmente Laura: “Uno il dissenso lo dà, magari non metto la forza, la violenza come in realtà avrei dovuto fare, ma perché con le persone troppo forti io non… io mi blocco”.
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Parentesi per considerazione all’interno del fatto:
probabilmente, un canguro dell’outback australiano ne capisce più di noi, di psicologia spicciola. Ma così, a occhio, una personalità segnata da abusi da parte di una figura paterna, se incontra una personalità simile e ugualmente abusante… chissà, magari si blocca davvero.
Ma così, per dire, eh? Ci mancherebbe, figuriamoci, chi siamo noi, per la carità.
Chiusa parentesi.
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Ripresa del fatto: il fatto che Laura abbia detto ‘No, basta!’ non è ritenuto sufficiente a dichiarare la non-consensualità. Laura non solo perde la causa ma (attente eh?) ma dovrà rispondere di calunnia, perché il giudice ha trasmesso gli atti al PM non ritenendo «verosimile» la sua versione dei fatti.  Yèèèèèèèèè!
Giusto!
Ci sembra giusto.
Se lo dice un Tribunale, ragazze, è giusto. È la Legge.
E, da oggi, sarà bene applicare questa norma sempre.
Cioè, non è che uno dice ‘No, basta’… e basta.
Seeeehhh…
“Cara, solo un cucchiaino di zucchero”? Due chili.
“No, niente parmigiano”? A badilate.
“Basta, che così tocchi l’altra macchina”? Accelero.
“Basta, dai..”? E te ne compri altri 38, di sandali, con la sua carta.
“Basta che fa un po’ male”? Zitto, sono io la proctologa.
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Certo, avete ragione.
“No, basta” non è sufficiente.
Ecco perché abbiamo avuto 40 anni di DC, 10 di PSI, 20 di Berlusconi e 70 di ladri.
Perché avete detto solo “No, basta”.
Avete urlato? No.
Avete chiesto aiuto? Figuriamoci.
Avete combattuto? Macchè.
Ve l’hanno messo in quel posto? Sì.
Ebbè, avevate solo detto ‘No, basta’.
Quindi eravate d’accordo a inciuci, corruzione, pagare più tasse, perdere il lavoro, fare debiti, mangiarvi i risparmi, impegnare la casa, non fare vacanze e rugnare il resto del tempo.
Perché avete detto solo “No, basta”.
Quindi, adesso, che cazzo volete?
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Oppure, per carità figuriamoci perlamordiddio, magari è davvero Laura che s’era spiegata male, eh?
Ci sta.
E poi, si sa, l’uomo è cacciatore e alle donne piace essere prede.
Ci sta.
Magari una dice ‘no’ e intende ‘sì’.
Ci sta.
Ci sta tutto.
Allora, mettiamo una regola. Come coi ragazzini.
Ma almeno non ci sbagliamo, no? Dai.
Facciamo così.
Una volta “No, basta” vuol dire: “mi piace continua”
Due volte “No, basta” vuol dire: “non stai correndo troppo?”
Ma tre volte “No, basta” vuol dire: “mi stai violentando e mi rovinerai la vita, fisicamente e psicologicamente. Stai commettendo un reato. E, in più, sei uno stronzo. Quindi, se vai avanti, sono cazzi tuoi, perché se ho un’arma la uso, se ne esco viva ti denuncio, se ti ribecco t’ammazzo”.
Alla terza volta, lo sai.
E se ci arrivi, alla terza volta, ti meriti tutto quello che ti accadrà.
Ah… vale anche per i Governi.