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10 modi di dire su Facebook che hanno stufato

Ci sono frasi e modi di dire su Facebook che hanno davvero rotto le scatole.

Perché? Perché ultra usati, così tanto da essere diventati noiosi. Ecco un piccolo elenco:

Ma rimango modesto. E’ normalmente usato a fine frase per raccontare qualcosa che ci è realmente accaduto, anche una minchiata tipo: ho ricevuto 1.000 like in un giorno su questa foto, ma rimango modesto (e intanto l’ hai detto!)

L’amavo ma poi mi ha detto…oppure Ti amavo ma poi hai fatto… e le cose orribili e imperdonabili sono quasi sempre le stesse: mettere il ditino nell’orecchio, oppure bere il caffè con il ditino alzato (niente, uomini, il ditino ve lo dovete tagliare), l’amavo ma poi mi ha chiesto se volevo una birra analcolica (qui la rottura ci può anche stare) e così via. Ognuna ha i suoi personali distinguo: l’amavo ma poi si è presentato con gli slip con la scritta UOMO. Basta, non se ne può più, se uno non vi garba mollatelo! Ma non fate le snob su Facebook!

Snob sono anche quelle che iniziano con: il colletto alzato solo se sei George Clooney, i calzini con i sandali solo se sei il figlio della Merkel, anzi i sandali proprio no, i sandali solo se sei un frate, su un letto di rucola solo se hai un ristorante per pecore e così via con il “SOLO SE” a fantasia.

Chiedo per un amico… non se può proprio più ! Non chiedo per me quando è evidente che lo sia. Tipo chiedo per un amico da dove si entra gratis al concerto di, chiedo per un amico che ritiene l’emicrania un disturbo psicosomatico, chiedo per un amico se sulle friselle ci va il basilico. E fatela direttamente sta domanda senza scomodà sto cavolo de amico finto!

Non ne posso più nemmeno della storia dell’Australia: In Australia sanno già se… il governo si farà, la grandinata finirà e amenità varie, riferendosi ovviamente al fuso orario di gran lunga avanti.

Chi non c’ha un cavolo da pensà invece se ne esce spesso con la esilarante battuta: Oh, ma che fine ha fatto  Occhetto, la Polverini oppure Ilona Staller o Toto Cotugno. Insomma qualsiasi nome gli (o le) passa per la testa, uscito da anni dalla scena politica o artistica va bene per far ridere i polli.

Molto romantico invece il: Piccola storia triste, riferito quasi sempre alla rottura di un elettrodomestico o sciocchezzuole del genere. Ad esempio: ho trovato nel freezer una scatola del gelato ma dentro c’erano gli spinaci.

Carino ma inflazionato (credo ci sia anche una pagina Facebook) è: Severo ma giusto messo in genere come premessa per indicare una critica forte, stronza, politicmente scorretta su qualsiasi notizia. Esempio a caso: volevo comunicare che a piazzale Loreto c’è ancora posto, altro esempio la orribile risposta: ma anche tra le gambe di tua madre.

Ma quello che vince su tutte è: Ed è subito secchezza vaginale. Ok, non vi piace il tipo o il genere di uomini che rappresenta (spesso con le infradito o con il tatuaggio in faccia, o con la depilazione totale o altro…) ok, ma ve lo devo proprio dire che la secchezza vaginale vostra non la voglio proprio condividere? Un po’ di originalità non guasterebbe, donne, sì perché siamo quasi sempre noi ad essere ripetitive. Cambiamo slogan e battute, queste sono scadute ormai!

Ma vi sarà qualcosa che non scade mai?

… Stocazzo, sì Stocazzo

Silvia Ovis

Sono una bipolare. Quando sto in fase up scrivo cose allegre, cazzeggio e mi diverto un sacco. Quando sto in fase down scrivo roba da siringa al braccio e sto a letto. Con voi ovviamente condivido solo le prime.

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Silvia Ovis

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