Cosa fanno, adesso, gli eroi e le meteore del Governo gialloverde?
GIUSEPPE CONTE – PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Dopo aver scioccato tutta Italia e sé stesso, scoprendo all’improvviso di avere le corde vocali, non ha più smesso di parlare. Oggi è Presidente del Consiglio nel Governo Conte 2.
Sotto, Giuseppe Conte nel 2019 e come è oggi. E l’anno prossimo e tra 20 anni.
MATTEO SALVINI – MINISTRO DELL’INTERNO E VICEPREMIER
Detto “il Capitano”, è stato il frontman del governo gialloverde. Uomo dal programma felpato, laurea a Milano Marittima, creatore del format tv “Porto a Porto”, Matteo ha detto sì a colesterolo e sì a tutto quello che gli davano da trangugiare. Oggi è la star del nuovo “Man Vs Food Italia” e, nel tempo libero, organizza marcette su Roma. Alla sua tendenza a sviluppare grandi quantità di gas intestinali, lui risponde “Io non mollo” e si prevede che, dal 2020, sarà visibile dallo spazio.
Nella foto, Matteo Salvini nel 2019 e con la cena di stasera.
LUIGI DI MAIO – MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO E VICE-VICE PREMIER
Composto al 90% di acqua e grande salesman nel settore beverage, Luigi Di Maio si è dimostrato un genio del multitasking. Mentre presiedeva un ministero vitale, è riuscito a scatenare con la Francia (“Paese dalla tradizione democratica millenaria”) la prima crisi diplomatica dal dopoguerra, a chiamare “Ping” il presidente Xi Jinping (suggerendo loro trascorsi a base di rutti, playstation e pizza fredda), a sostenere –unico in Occidente- il dittatore venezuelano Maduro e a far diventare la Russia “un Paese mediterraneo”. È oggi ministro degli Esteri nel Governo Conte 2.
Nella foto, Luigi di Maio nel 2019 e oggi, in visita ufficiale a Washington (Francia, secondo lui).
ENZO MOAVERO MILANESI – MINISTRO DEGLI ESTERI
Curriculum prestigioso, discendente del fondatore della Bocconi, uomo dalle mille risorse e dallo sconfinato talento diplomatico è soprannominato “El Birlo” (la trottola, in milanese) perché ha passato gli ultimi 14 mesi in giro per il mondo, neutralizzando le crisi innescate dal sagace DiMaio (dalle boutade sulla Tav in giù). Dal 06 settembre 2019, Moavero dorme, sfinito.
Nella foto, Enzo Moavero Milanesi nel 2019 e nella posizione che mantiene da 10 giorni.
GIOVANNI TRIA – MINISTRO DELL’ECONOMIA E FINANZE
Seconda scelta dopo Savona, Giovanni Tria in 14 mesi ha sempre dato un colpo al cerchio, uno alla botte e uno sui coglioni, per aver accettato l’incarico. Incaricato di trovare –partendo da un patrimonio di 6 euro- le risorse per Reddito di Cittadinanza, Quota Cento, Flat Tax; accusato da Salvini e DiMaio di essere un disfattista retrogrado, per aver fatto loro notare l’esistenza di un innovativo concetto chiamato “matematica”; deriso in Europa, dopo la richiesta di un deficit di +2,4%; umiliato dalla moglie che, rientrata a casa, non trovava steso il bucato. Il ministro, con le spalle incurvate da un debito pubblico di 2.386 miliardi di euro e scosso da tic nervosi che lo portavano a urlacchiare di colpo “miniBot!!”, è arrivato a fine legislatura con la faccia a forma di spread. Oggi Giovanni Tria è un uomo nuovo. Esce, perde tempo, va al bar, parla di calcio, scoppia a ridere senza motivo, sta imparando ad andare in monopattino e abbraccia forte chi gli dice ‘grazie’ quando lo fa passare avanti alla cassa dell’Esselunga.
Sotto, Giovanni Tria nel 2019 e Giovanni Tria oggi.
(Meteore vi saluta e vi dà appuntamento a domani, con Meteore Cap. 2)
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