Mercatini rionali

[:en]Esiste qualcosa di più liberatorio che affondare le mani in una cesta e farle riemergere mentre afferrano un capo d’abbigliamento a prezzo scontatissimo? Risposta: sì, ci sarebbero ben due cose, ma una fa ingrassare e l’altra richiede dedizione, tempo e depilazione accurata, quindi “ciao”.
La passione di molte donne non ha un nome di uomo, ma si chiama “mercatino rionale”. Le regole base per uscire incolumi da un giretto fra i banchi sono due: salvaguardare stinchi e borsa. Quest’ultima si sa, dal momento che è leggermente scomodo cucirla sottopelle, va tenuta stretta sotto al braccio, e guai a scostare il gomito dal fianco!

Per gli stinchi o i talloni bisogna evitare di precedere il passo di bicy e passeggini, perché di solito chi li inforca ha la testa voltata perpendicolarmente rispetto al senso di traiettoria e ti smeriglia le gambe da dietro, poi ti chiede scusa, certo, ma con l’inarcatura delle sopracciglia di chi pensa “Ma pure tu: vieni nella calca senza nemmeno avvitarti un paio di occhi alla nuca?”.
Una volta che ci siamo cautelate da borseggiatori e conducenti di cicli allo sbaraglio, diamo il via libera al sorteggio miracoloso dei capi d’abbigliamento guardandoci bene dallo smarcare la rugbista, la centravanti, la tuffatrice (sto parlando dei prototipi di discipline femminili di ‘sportiva da banchetto’). Poi ci sono quelle tipe che hanno capito che stai puntando a quel vestito che si stanno provando, ma piuttosto che lasciartelo, se lo mangiano.

Fra strilli di venditori arditi e di bambini stufi e affamati , sguardi imploranti di malcapitati mariti in pensione e di poveri ragazzi extracomunitari che sfangano la giornata con la vendita di un asciugapiatti, esco dal sottovuoto della folla e mi dirigo trionfante verso l’auto; per 20 euro ho preso cinque paia di slip (quelli che quando escono dalla lavatrice si sfrangiano come spighe di grano), una maglietta un po’ larghina ma di quel verde sottobosco che cercavo da aaanni, gli orecchini neri perfetti per sabato sera e un paio di boxer. Questi ultimi, per scusarmi del fatto che non ho avuto il tempo per farmi la ceretta.[:it]

Esiste qualcosa di più liberatorio che affondare le mani in una cesta e farle riemergere mentre afferrano un capo d’abbigliamento a prezzo scontatissimo? Risposta: sì, ci sarebbero ben due cose, ma una fa ingrassare e l’altra richiede dedizione, tempo e depilazione accurata, quindi “ciao”.
La passione di molte donne non ha un nome di uomo, ma si chiama “mercatino rionale”. Le regole base per uscire incolumi da un giretto fra i banchi sono due: salvaguardare stinchi e borsa. Quest’ultima si sa, dal momento che è leggermente scomodo cucirla sottopelle, va tenuta stretta sotto al braccio, e guai a scostare il gomito dal fianco!

Per gli stinchi o i talloni bisogna evitare di precedere il passo di bicy e passeggini, perché di solito chi li inforca ha la testa voltata perpendicolarmente rispetto al senso di traiettoria e ti smeriglia le gambe da dietro, poi ti chiede scusa, certo, ma con l’inarcatura delle sopracciglia di chi pensa “Ma pure tu: vieni nella calca senza nemmeno avvitarti un paio di occhi alla nuca?”.
Una volta che ci siamo cautelate da borseggiatori e conducenti di cicli allo sbaraglio, diamo il via libera al sorteggio miracoloso dei capi d’abbigliamento guardandoci bene dallo smarcare la rugbista, la centravanti, la tuffatrice (sto parlando dei prototipi di discipline femminili di ‘sportiva da banchetto’). Poi ci sono quelle tipe che hanno capito che stai puntando a quel vestito che si stanno provando, ma piuttosto che lasciartelo, se lo mangiano.

Fra strilli di venditori arditi e di bambini stufi e affamati , sguardi imploranti di malcapitati mariti in pensione e di poveri ragazzi extracomunitari che sfangano la giornata con la vendita di un asciugapiatti, esco dal sottovuoto della folla e mi dirigo trionfante verso l’auto; per 20 euro ho preso cinque paia di slip (quelli che quando escono dalla lavatrice si sfrangiano come spighe di grano), una maglietta un po’ larghina ma di quel verde sottobosco che cercavo da aaanni, gli orecchini neri perfetti per sabato sera e un paio di boxer. Questi ultimi, per scusarmi del fatto che non ho avuto il tempo per farmi la ceretta.[:]

Lucilla Masini

Lucilla Masini, nata a Lucca di cuore toscano, donna mancata, medico mancato, arredatrice forzata, umorista per vocazione.

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Lucilla Masini

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