Se non fosse che parliamo di un killer spietato che ha ucciso a sangue freddo diverse persone, questa vicenda sarebbe da ridere.
Parliamo di un ricercato con mandato di cattura internazionale e io non me ne intendo granché, ma immagino che, se più nazioni lo cercano, qualcosa si siano dette. Chi è, dove è nato, da dove arriva. Niente.
Le nazioni che lo cercano si sono dette: «Oh, se lo vedi catturalo».
E quindi tutti a dare la caccia a “Igor il russo”, che però è slavo, ma è nato in Serbia, sul suo profilo Facebook scrive in ungherese, è noto sia come Ivan Vaclavic sia come Norberto Feher, gli amici chiamano Ezechiele ed è famoso per le sue doti di trasformismo.
Adesso ci sono migliaia di agenti dei reparti speciali che lo cercano. Nelle paludi tra Ferrara e Ravenna, mica in Amazzonia. Però non lo trovano.
Oggi si sono portati appresso pure un sensitivo.
E io mi immagino i corpi speciali che si muovono come in una scena di guerra, confondendosi nella natura, muovendosi circospetti in assetto militare, con l’equipaggiamento mimetico come dei camaleonti.
Ecco, la postazione da espugnare: una cascina abbandonata fra le paludi di Comacchio.
«Vado io, tu coprimi le spalle».
«Ok, ma stai attento. E’ armato».
E poi, arriva uno fresco fresco che cammina dicendo:
«E’ passato di qui, di qui… Lo percepisco chiaramente…».
«Ma chi cazzo è quello?…».
«Ma niente, è il sensitivo…».
Sono andati a cercarlo anche i cani molecolari, ma lo hanno perso in prossimità dei corsi d’acqua. E certo: siamo nelle paludi. Allora sono arrivati i droni. Ma niente. Quel maledetto si dev’essere nascosto sotto a una frasca.
Forse l’ideale sarebbe legare un cane molecolare a un drone e farlo pilotare dal sensitivo.
Si diverte Igor il russo, slavo, nato in Serbia, che scrive in ungherese, noto sia come Ivan Vaclavic sia come Norberto Feher, e che gli amici chiamano Ezechiele: li prende per il culo.
Mo’, a Non-so-chi da quelle parti è sparita una barca.
E tutti a dire: “E’ stato Igor, è stato Igor”.
Adesso, qualsiasi cosa accada la colpa è la sua.
C’era uno lì che erano anni che se la voleva rubare ‘sta bella barchetta, la lumava da non so quanto tempo ma non aveva il coraggio: “E se poi mi vedono?… Metti che c’è una telecamera, quelle ormai sono ovunque…”.
Ah, c’è in giro Igor il russo?…
Allora la rubo, tanto danno la colpa a lui.
L’altro giorno c’è stato un incidente sulla via che va verso Comacchio: sulla constatazione amichevole ci hanno messo i dati di Igor il russo. E’ stato lui, bastardo maledetto: mi ha tamponato.
Quelli delle forze speciali ogni tanto vanno in pausa: vanno al bar di Ceracchini Alarico, a Marmorta, prendono cappuccino e brioche e poi se ne vanno dicendo:
«Poi passa a pagare quello stronzo di Igor!». E Alarico segna.
C’è chi dice che non lo trovano perché sta fermo.
In effetti, potrebbe anche essere un’affermazione corretta: quello sta fermo in un punto preciso, non si muove, metti che ha trovato un cespuglietto riparato, finché non ride non lo vede nessuno.
Ho letto che oggi è arrivato anche l’appello del cappellano che lo ha battezzato nel carcere di Ferrara, don Antonio Bentivoglio: «Ti supplichiamo: costituisciti e reintegrati in una compagnia ecclesiale piena di accoglienza e di perdono».
E io sono certa che, appena si collega a un wifi, Igor gli risponderà…
«Don Antonio caro, ma sai chi ti saluta tantissimo?…».
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