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Ma come l’addobbi?

Arrivato dicembre, passata l’Immacolata, arrivano le foto sui social delle vostre creazioni Natalizie.

Trasherz                                                                                                                                           

I più convinti di tutti. Li amo da impazzire. Durante il periodo natalizio danno sfoggio della loro arte. Zerbino natalizio: MERRI XMAS (sarò anticonvenzionale ma per me ci sta scritto MERRI DECIMA MAS), lucine di ogni colore, brillantini glitterati, neve vera, cristalli, renne finte, renne vere, palline di ogni forma e dimensione disperse in ogni angolo della casa, il vischio pure sulla catena del WC, albero rigorosamente vero e come stella cometa utilizzano lo scettro di lunare di Sailor Moon.  A D O R O.

I nostalgici                                                                                                                                        

Coloro che addobbano l’albero utilizzando solamente decorazioni con foto di famiglia. 1 ok, 2 te la passo, ma di più no. CHE ANGOSCIA RAGAZZI. Appendono di tutto: le foto dei pargoli, le foto della famiglia riunita, la dentiera di nonno, la nonna viva, il nonno morto, il primo guinzaglio del cane come festone, il cane e il primo gatto dell’altra nonna defunta, anche lei è appesa.

E’ come se fosse “l’albero degli anni che passano”. Per Dio, no. Bocciati.

Gli amici degli animali               

Ogni anno li sento dire la stessa cosa “Quest’anno non lo faccio! Basta!” e poi ci cascano. Sono gli amici degli animali, coloro che hanno gatti e cani in appartamento. L’amore e la dedizione con cui fate il vostro albero con la consapevolezza che appena vi allontanerete verrà distrutto dal vostro micio è ammirevole. Quando vi guardo, provo la stessa sensazione di quando da bambina facevo i castelli di sabbia con una minuzia che manco Fuksas ci avrebbe messo e arrivava mia sorella a darci una bella piedata sopra. Sapeva che non doveva farlo, ma la risposta era uno sguardo che diceva “fotte sega sorè”.

Gli architetti                                                                                                                                    

Maniaci. Fanatici della perfezione. L’albero deve essere perfetto, deve vedersi da fuori e quindi deve essere molto grande. Non importa se vivono in 35 metri quadri, l’albero sarà minimo 3 metri per 5,  la sala risulta inutilizzabile, rischiano di essere trafitti dai rami? Non importa, DEVONO FARLO. Deve sembrare di stare nel villaggio di Babbo Natale, quindi: diffusore al profumo di pino silvestre che appena tiri un respiro ti si ghiacciano i  polmoni, temperatura a -6, volontaria rottura del tubo dell’acqua in modo tale da creare i ghiaccioli dal soffitto, rapimento di una decina di bambini per costringerli a fare “i piccoli aiutanti di Babbo Natale”, addobbare il nonno a mo di “Babbo Natale” con la scusa “tanto è rincojonito non se ne accorge”

I fai da te      

Partono con i migliori presupposti, vogliono fare tutto con le loro mani. Per fare una pallina ci mettono circa 7 settimane, perché prima devi cercare il materiale in merceria, che nonostante sia agosto, è finito. Devi capire come fare e quindi guardare il tutorial su youtube una trentina di volte, accorgerti di aver sbagliato materiale, imprecare (perché il faidate sarà pure bello ma oltre diverse ulcere per la pazienza persa ti costa pure un capitale), ari-scendere in merceria, non hanno di nuovo quello che cerchi (cambia merceria echecazzo!), poi inizi a fare sta benedetta pallina, ma tra che fai la precisa tra che aspetti che asciughi la colla a caldo…è arrivata Pasqua.

Nun me ne fott nu cazz

Sono la mia categoria preferita. Comprende: i cinici, i me ne frega del Natale ma su instagram risulto più simpatico e quelli che non hanno sbattimento di farlo. Un foglio bianco o un post it con albero di Natale rigorosamente stilizzato, se hanno voluto strafare c’è anche la scritta: MERRI CRISMAS. Alcuni sono fatti con nastri adesivi colorati di una precisione maniacale, la domanda mi sorge spontanea: ma non facevate prima a farlo vero?

I forzati del natale

Ci siamo passati tutti. Un’annata difficile, il tempo che se ne va (e non ti senti più bambinaaaa… si cresce in fretta alla tua etààààà… ehm.. No, dicevamo… ah sì). Capita di non avere voglia di Natale.
Ecco, stai pronta: tutto remerà contro la tua apatia. La recita di Natale dei figli (7 ore di canti di natale in italiano, inglese, tedesco, giapponese.. e poi poesie, e balletti, e presepi viventi, e poi di nuovo le poesie, che ora che si esibiscono tutti i 240 bambini della scuola il materiale di Natale si esaurisce, e tu a seguire). Oppure, se sei in cerca di lavoro, l’unica cosa per cui ti chiameranno è andare a fare l’elfa di Babbo Natale (o direttamente Babbo Natale) all’interno del centro commerciale.
“Cosa vorresti per Natale bimbo meraviglioso?”
“Il super ninja power spaceship chronicols adventur in space and times”
“Molto bene. Avrai un orsacchiotto, e vedi di fartelo andare bene”.

I malati immaginari

Ovvero quelli che a Natale si inventano le peggio malattie per riuscire a evitare TUTTI, amici e parenti, conoscenti.
Funziona meglio tanto più la malattia è terribile e a elevato contagio. Quindi dalla scabbia a pustole squamose, al virus delle emorroidi a grappolo con ritorno d’herpes genitale, passando per le verruche in faccia: decorso lento e che metta a disagio.
Di solito quando descrivete le scariche di diarrea di chi ha osato sfidare il contagio dovrebbe arrivare il: «Vabbeh, dai… Vorrà dire che ci faremo gli auguri di buon anno…».
Risposta: «Se diovuole».
A quel punto sarete liberi dal 24 dicembre al 7 gennaio. Gli unici che potrebbero bussare alla vostra porta saranno gli inviati di “Malattie imbarazzanti”, per proporvi di essere il protagonista della prossima stagione. Ovviamente accompagnati dal corpo speciale del nucleo antibatteriologico e antiradioattività.
Ma basterà augurare buone feste baciandoli con leggero fil di bava e vi libererete presto anche di loro, perfettamente in orario per le vostre vacanze a Gstaad.

I volontari

E’ Natale, e a Natale siamo tutti più buoni. Questo però non vi autorizza ad approfittarvene. Date un euro per i panda in estinzione, uno per la raccolta fondi per il comune, uno per Godzilla che a Natale non va mai nessuno a trovarlo, e alla fine di euro in euro ti ritrovi senza più un soldo. E per fare i regali a tutti come si fa?
Vabè, mi sa che quest’anno per le feste vado a trovare Godzilla.

Noi. Che il Natale ci piace ma non ci potete rompere il cazzo tre mesi prima.

E’ bello precorrere i tempi, ok, ma mica sempre. Quand’ero bimba io funzionava così:
– da metà agosto si facevano le pubblicità degli zaini e del materiale scolastico;
– poi grosso buco di palinsesto (perché noi Halloween non l’avevamo mai sentito nominare, perché anche nei telefilm lo traducevano con Ognissanti, per non metterci confusione)
– dalla seconda metà di novembre timide pubblicità di giocattoli
– dall’1 dicembre si sdoganavano le maratone di film e cartoni natalizi (e di zecchino d’oro e programmi vari coi bambini); solo da questo momento si partiva con le luminarie e le decorazioni stradali.
Adesso per gli zaini e la cancelleria rompono le palle già da metà giugno; da settembre si pensa ad halloween e dal primo ottobre “La vita è meravigliosa” e compagnia cantante.
Gente: relax. Se stavamo a voi il calendario dell’avvento lo facevano di 3 mesi.

[:]

redazione Syndrome Magazine

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