Anni fa c’era una pubblicità che terminava con lo sguardo magnetico del macho che non deve chiedere. Mai.
La scritta “Per l’uomo che non deve chiedere. Mai” campeggiava sotto il dopobarba economico.
Ecco, non so voi, ma io li ho sempre incontrati così: non chiedono mai.
Intendo quando siamo in viaggio.
Io, qualsiasi viaggio organizzo(perchè tocca sempre a me fare il piano e a lui che guida, poverino, chiedere :dove dobbiamo andare?), mi porto sempre le solite tre cose irrinunciabili:
1.La vecchia guida verde del touring
2.Gli occhi
3.La voce
E con queste tre cose vado ancora alla grande.
L’uomo che non deve chiedere mai invece, la voce non la usa. Appunto. Lui in macchina mette il navigatore e OK, fin qui ci siamo.
(Anche se io, controllando sulla mappina cartacea, faccio finta di non ccorgermi che ha sbagliato strada ben sette volte)
Lui segue la signorina che gli dice: “svolta a destra, caro”( sì, ha messo l’opzione voce suadente) e, se a destra c’è un nuovo senso unico, lui impreca, offendendola con una vena leggermente maschilistica:
“Cretina, ma sei proprio una stupida, non lo vedi che non ci posso andare a destra, stai zitta zoccola”
Lui parla solo con lei, non con me che vado ancora in giro con le cartine lenzuolo che tocca sempre a lui ripiegare perchè io non ne sono capace.
Ma poi si scende dall’auto e accade che, vuoi per la stanchezza, vuoi per il rimbambimento che con l’età aumenta, ci si perda.
Che fa l’uomo che non deve chiedere mai, dopo che io gli ho gridato:
CHIEDI!!!!!
?
No, lui non chiede, si ferma e accende il googlemaps.
Ma a volte la connessione non c’è e lui impreca ma non molla.
“Ma chiediamo noo?!”
“No, aspetta un attimo che ‘mo si connette”
No, vabbè, a tutto c’è un limite. Stiamo a Granada con 39 gradi, non ce la posso fare….Mentre lui smanetta, entro in un bar e dopo due minuti esco:
“Subito qui a destra, poi a sinistra e siamo arrivati all’albergo”
E lui con lo sguardo a metà tra il diffidente e il saccentino:
“Chi te lo ha detto?”
“Il barista, fidati. Anche se non so parlare lo spagnolo come te (ma a che ti serve se non apri bocca), ho indicato sulla cartina e lui gesti mi ha spiegato.”
Non so, forse è una specie di orgoglio maschile… il non dover chiedere, mai.
Lui è Homo e per certi versi è la guida della mia vita, ok, ma … se chiedesse un semplice suggerimento non perderebbe la virilità davanti ai miei occhi (te lo assicuro, anzi mi stai cordialmente sul cazzo quando fai così)
Poi, dulcis in fondo, il RISTORANTE. Ore ed ore a camminare sotto il sole cocente dell’Andalusia, perchè lui ti deve portare in un posto speciale che ha trovato.
Dove? Su Tripadvisor! ( Me’ cojoni!)
Io ho fame e, come sempre, mi aiuto con gli occhi.
Guardo quello che arriva e mi regolo, scelgo i ristornti ad intuito ed il cibo sbirciando i piatti in mano ai camerieri.
Ma lui non molla, vuole arrivare lì. Googlemaps non gli funziona e la giostra ricomincia:
“Ma come si chiama sto cazzo di ristorante?”
Non me lo dice, si ferma in continuazione, in preda ad un’evidente ansia da prestazione.
“Gurda che carino qui, amore, fermiamoci, è tutto colorato …uno spettacolo questo piccolo vicolo!”
No, non guarda, perchè lui ti vuole stupire. Che dolce….(che palle, io ho fame)
Finalmente arriviamo
“Perchè sei così nervosa? Non ti piace questo localino?”
“Sì amore, solo che sono le undici e mi si è chiuso lo stomaco per la stanchezza”
“Ma se non abbiamo fatto ancora niente!!!”
(Appunto)
Usciamo. E’ l’una.
“Porca miseria, mi si è scaricato il cellulare!”
“Non ti preoccupre , ho la piantina, amore.
Ho segnato il percorso con la matita .
Seguimi
(coglione)”
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