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L’ignoranza paga

Lucia Borgonzoni, leghista, nuova sottosegretaria ai beni culturali ( BE-NI CUL-TU-RA-LI, oh yes!) intervistata dalla trasmissione “Un giorno da pecora”, ha ammesso di non leggere libri da tre anni (NON LEG-GE-RE LI-BRI DA TRE AN-NI, Yes!Yes!Yes!).

Noi di Syndromemagazine abbiamo cercato di immaginare perché.

Perché?

Perché ci deve essere un perché che spieghi il perché di questo STOP (Ammesso, ovviamente, che ci sia mai stato un GO).

PRIMA IPOTESI:

L’ultimo libro letto tre anni fa era orribile. Troppi personaggi, troppe vie, piazze, vicoli, troppi numeri e, soprattutto, niente trama.  Effettivamente, anche il bibliofilo più appassionato si fermerebbe a pagina uno, se gli dai da leggere l’elenco del telefono.

SECONDA IPOTESI:

Soppiantamento dell’originale utilizzo del libro grazie all’improvvisa scoperta dell’uso alternativo: corpo contundente (soprattuto di costa), schiacciazanzare, zeppa antitraballamento tavolo.

TERZA IPOTESI:

Allergia alla carta stampata in genere, carta da parati inclusa. Soprattutto quella con le scritte: SU’ –  GIU’ –  MANEGGIARE CON CURA.

QUARTA IPOTESI:

Impossibilità di montare una libreria in casa, visto le istruzioni riportate in un libretto che, in quanto tale, non viene letto per definizione.

QUINTA IPOTESI:

CARMINA NON DANT PANEM. Ok, non importa. Passiamo al punto sei.

SESTA IPOTESI:

Se il foglietto illustrativo dei farmaci lo chiamano “bugiardino”, un libro, che è fatto almeno da cento fogli, è come minimo “un bugiardone”. Zan-zan!.

SETTIMA IPOTESI

Si dice “beata ignoranza”, non “beata cultura”.

OTTAVA IPOTESI

Tre anni fa le hanno scritto sul muro di casa “Asino chi legge”.

NONA IPOTESI

Ha perso gli occhiali. Sono rimasti schiacciati sotto un libro su cui era salita per cercare gli occhiali. 

DECIMA IPOTESI

Per fare il sottosegretario alla cultura non ci vuole la cultura. Perché?

Perché se una ci avrebbe la cultura non saresse sotto-segretaria ma almeno almeno segretaria o soprasegretaria. Che la soprasegretaria, siccome che sta sopra, i libri invece li legge perché ci arriva meglio a prenderli. Ma a lei che sta sotto che ce ne frega? L’ignoranza paga. E  si fa pure li cazzi sua.

Barbara Civitelli

Barbara, 52 anni, toscana, legge e scrive a livello non agonistico. Cazzeggiando si salva la vita, evita l’analisi e colma il divario fra sogno e realtà. Nella vita di tutti i giorni fa il medico e ama la comicità. In realtà aspirava al contrario ma si è confusa.

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Barbara Civitelli

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