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Lettera aperta alla maestra dei miei figli

Cara maestra, educatrice o professoressa di qualsiasi ordine e grado, va bene anche declinato al maschile, caro maestro, educatore o professore che durante l’anno ti prendi cura dei miei figli, questo lettera è per te.

Tu che ogni mattina ti svegli e sai che per almeno cinque ore ti troverai davanti circa venti futuri adulti, alcuni ancora col pannolino, altri né piccoli né grandi, altri con i primi fermenti ormonali e altri ancora più alti di te. Tu che te ne prenderai cura, sappi che hai tutta la mia riconoscenza.

Io, mamma, mi impegnerò a non mettere mai in discussione il tuo operato.

Ti prometto che se tu lo o la metterai in punizione, io a casa raddoppierò la dose, come si faceva una volta e non lo difenderò dicendo che tu ce l’hai con lui o con lei.

Io mi schiererò sempre al tuo fianco.

I tuoi compiti non saranno mai troppi o troppo pochi.

Non metterò mai in dubbio un tuo giudizio.

Non mi riterrò mai più brava di te a spiegare una cosa.

Mi batterò con tutta me stessa perché a Natale o alla fine dell’anno non ti arrivino stupidi regali dalla rappresentante di classe, mi opporrò al bonsai, dirò no al bracciale Pandora tarocco, ma pure a quello vero che tanto è brutto uguale, puoi starne sicura. Se proprio un regalo va fatto mi assicurerò che questo sia un buono da Sephora oppure una cassetta di vino, che dopo una giornata circondata da bambini Dio solo sa quanto ce ne vuole.

Se vorrai mi farò eleggere rappresentante di classe, filtrerò per te tutte le domande più inutili. Mi opporrò a tutte le proposte su uscite didattiche e attività extra. Se qualche mamma si lamenterà per i compiti del weekend dovrà vedersela con me e pure per il peso dello zaino. Sarò li quando un papà dirà che ce l’hai con suo figlio.

Io farò tutto questo, te lo prometto.

In cambio ti chiedo solo una cosa.

Cara maestra, torna a scuola, riprenditi i miei figli, che tre mesi sono lunghi.

Sentitamente,

una mamma.

Silvia Garda

Scrivo, faccio cose, cucino, ho due figli, un gatto, un compagno. Non per forza tutto in questo ordine.

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Silvia Garda

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