[:it]

scie chimiche

Dico la verità, ho alcuni contatti su Facebook con i quali non interagisco mai, sebbene li segua con grande interesse da quando ho scoperto questa passione per la zooGomblottologia.

Sono strane creature che condividono SOLO E UNICAMENTE BUFALE, preferibilmente gomblottiste e io adoro esplorare in silenzio quelle pagine e quei profili, leggere i commenti pieni di perle concettuali ma soprattutto grammaticali, la punteggiatura minimal, quella sintassi di ultima generazione che non ha più fiducia nel congiuntivo ma si arricchisce di straordinarie citazioni esterofile come l’uso indiscriminato di lettere K in luogo di CH.

Ultimamente mi drogo di una signora, la quale, come da copione, è convinta che nei vaccini siano stati inseriti tetti di amianto grattugiati, non nutre un particolare afflato nei confronti di chi “sceglie volontariamente” di nascere in zone di guerra, povertà e carestia e poi viene in Italia a rubarci le ville con piscine, ma soprattutto, ha condotto seri ed accurati studi sulle “Scie Chimiche”.

Io venero questo contatto perché non si limita a condividere articoli bufalari da pagine e blog con nomi stuzzicanti in stile partito meloniano,  tipo “Noi per la patria”, “Il Giornale della Sera”, “piove governo ladro”, nonchè il mio preferito: LARUCOLA.ORG, serissima e affidabile rivista scientifica pluriaccreditata.

La mia spacciatrice di bestposters preferita condivide foto e filmini realizzati col cellulare, di gente della sua razza che immortala il vapore lasciato dagli aerei e si scambia opinioni su cosa possa contenere di letale, sui complotti dell’Uomo che Fuma (vedi la serie “X-Files), su quanto sia ingenua “laggente” che non capisce quanto sia pericoloso tutto ciò e cerca di organizzarsi per salvare il pianeta.

Passerei (ok, a volte passo) ore a leggere l’allegro starnazzare di questi teneri subumani che hanno addirittura sviluppato l’uso della digitazione su tastiera prima ancora del pollice opponibile.

Immaginatemi mentre leggo queste straordinarie opere rupestri con l’espressione di Lucci, mentre ascolta adorante i deliri delle strane creature che intervista durante Nemo:

[:]