Lo ammetto. Lo rivelo. Faccio coming out. Dirò, proprio ora, una cosa che spaventerà alcuni, farà inorridire altri, lascerà grande amarezza in tutti.
Ma devo dirlo, devo togliermi questo peso e lo farò tutto d’un fiato: amo i libri ma li lascio a metà.
iolascioilibriametà. Io-lascio-i-libri-a-metà.
Esistono delle terapie, per questa malattia? Esistono dei centri, tipo: Lettori A Metà Anonimi o che so io? Perché il problema ormai è cronico.
Comincio con ogni buona intenzione.
Scelgo i libri per il colore della copertina, per il titolo, per l’autore, per l’emozione che ho addosso quel particolare giorno.
E poi, giustamente, mi tuffo.
Ma quando durerà l’apnea? Non si sa: è sempre un’incognita.
Potrebbe essere il libro capace di inghiottirmi per giorni e settimane, finché non ho raggiunto l’ultima pagina; potrebbe essere il libro che mi fa perdere la testa solo per mezz’ora ma costantemente, ogni sera; potrebbe essere il libro che riesce ad essere piacevole e intenso ma solo una volta al mese; potrebbe essere il libro dell’ispirazione, quello che mi fa venire voglia di appuntarmi frasi e idee, neanche dovessi sostenere un esame.
Insomma, potrebbe essere qualsiasi tipo di lettura ma il rischio di lasciarla a metà è sempre alle porte.
Mi sveglio un giorno, convinta che procederò tranquilla nella lettura, senza ostacoli, e poi viene fuori:
-un programma idiota in tv
-un programma interessante in tv
-la digestione lenta
-lo scazzo
-il ciclo
-la nuova stagione di quella serie tv troppo figa
-la nuova stagione di quella serie tv non tanto figa “e però, dai, ormai l’ho iniziata che faccio non la finisco? Ma vedi che poi lascio sempre tutto a metà!?”
-l’aperitivo che diventa cena e la cena che diventa un altro cocktail e torni a casa che già dormi “ma chi ce l’ha la forza di leggere adesso?”
–un nuovo libro. Soprattutto un nuovo libro, quello che spunta all’orizzonte e non mi trattengo dalla voglia di curiosare ed ecco che tac: lascio il libro precedente a metà e ne inizio un altro.
Sarà il libro giusto? Per aver scalzato il precedente senza esitazioni, dovrebbe esserlo.
Ma non è detto. Il rischio, appunto, è lo stesso di sempre: quanto durerà l’apnea?
Qualcuno, allora, potrebbe pensare che ci sia un errore alla base della mia confessione: io non amo i libri, non è amore questo continuo lasciare e riprendere.
Ma chi può dire realmente cosa sia l’amore?
Ho avuto modo di pensarci e, a 31 anni, posso dire che amare i libri vuol dire, per me, frammentare le storie, spezzettarle, farle fermentare, lasciarle libere di muoversi nella mia testa, sugli scaffali, nelle borse e sui comodini. Lasciarle libere di tornare e andar via quando vogliono.
Perché, in un modo o nell’altro, so che si ricongiungeranno tutte per formare un mio personalissimo libro, pieno di mille storie diverse.
O forse si ricongiungeranno tutte a caso per farmi impazzire
Esattamente come accade per le storie d’amore.[:]
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