[:en]In attesa della moratoria internazionale che vieti la produzione industriale delle Crocs oltre il numero 26, l’ONU ha adottato una risoluzione per regolamentarne l’uso a tutela della dignità del genere umano, maschile e femminile. Il regolamento, votato all’unanimità dai Paesi membri del G8, prevede una serie di norme etiche da rispettare per favorire la convivenza tra i popoli e tra i sessi. Anche il noto divulgatore Piero Angela è intervenuto sull’argomento, dedicando una intera puntata di Super Quark per studiare il fenomeno, proponendo testimonianze di vita vissuta e l’autorevole parere di alcuni esperti psicologi. Ecco una sintesi della problematica:

  • sintomi: pigrizia e scarso senso estetico, accompagnato da una grave indisposizione economica; l’utilizzo delle crocs è spesso preceduto dall’adozione di un abbigliamento sportivo, scarsamente curato, che considera il pigiama alla stessa stregua della tuta e prevede l’utilizzo di ciabatte anche fuori dal perimetro casalingo
  • cura: per la disintossicazione, si consiglia di sostituire le crocs con degli zoccoli di legno olandesi, per un tempo minimo di due settimane. L’effetto zampa di elefante è comunque assicurato, ma il piede non ristagna e l’utilizzo di materiali naturali favorisce l’ambiente
  • usi consentiti: le crocs sono utilizzabili unicamente dal personale ospedaliero, possibilmente di colore beige per chi lavora in corsia e verde prato per la sala operatoria. L’utilizzo per i degenti è consentito solo all’interno delle case di cura. Per il resto della popolazione civile, è possibile indossare le crocs solo in caso di giardinaggio spinto.
  • alternative: per una cura omeopatica, è possibile sostituire le crocs con delle infradito alla brasiliana. Per problematiche più complesse, la popolazione maschile può optare per la ciabatta Birkenstock mentre la popolazione femminile è pregata di tirare fuori le scarpe col tacco anche per fare la lavatrice, please.

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La verità sulle Crocs

In attesa della moratoria internazionale che vieti la produzione industriale delle Crocs oltre il numero 26, l’ONU ha adottato una risoluzione per regolamentarne l’uso a tutela della dignità del genere umano, maschile e femminile. Il regolamento, votato all’unanimità dai Paesi membri del G8, prevede una serie di norme etiche da rispettare per favorire la convivenza tra i popoli e tra i sessi. Anche il noto divulgatore Piero Angela è intervenuto sull’argomento, dedicando una intera puntata di Super Quark per studiare il fenomeno, proponendo testimonianze di vita vissuta e l’autorevole parere di alcuni esperti psicologi.

Ecco una sintesi della problematica:

  • sintomi: pigrizia e scarso senso estetico, accompagnato da una grave indisposizione economica; l’utilizzo delle crocs è spesso preceduto dall’adozione di un abbigliamento sportivo, scarsamente curato, che considera il pigiama alla stessa stregua della tuta e prevede l’utilizzo di ciabatte anche fuori dal perimetro casalingo.
  • cura: per la disintossicazione, si consiglia di sostituire le Crocs con degli zoccoli di legno olandesi, per un tempo minimo di due settimane. L’effetto zampa di elefante è comunque assicurato, ma il piede non ristagna e l’utilizzo di materiali naturali favorisce l’ambiente.
  • usi consentiti: le Crocs sono utilizzabili unicamente dal personale ospedaliero, possibilmente di colore beige per chi lavora in corsia e verde prato per la sala operatoria. L’utilizzo per i degenti è consentito solo all’interno delle case di cura. Per il resto della popolazione civile è possibile indossare le Crocs solo in caso di giardinaggio spinto.
  • alternative: per una cura omeopatica, è possibile sostituire le Crocs con delle infradito alla brasiliana. Per problematiche più complesse, la popolazione maschile può optare per la ciabatta Birkenstock mentre la popolazione femminile è pregata di tirare fuori le scarpe col tacco anche per fare la lavatrice, please.

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