Sono cresciuta anch’io col mito del Principe Azzurro, quello che ti vede una sera a una festa e già ti vorrebbe presentare alla Regina Madre, ma essendo strafatto il giorno dopo non ti riconosce e l’unica possibilità che gli resta è quella di provare a settecentoquarantamila donne del regno la scarpa che avevi perso per strada. Io ci credevo, anche perché porto il 41 e voglio vedere quante di voi, in quella situazione, potrebbero fregarmi il nobile. Comunque, la verità è che da adulta capisci che un principe azzurro, uno che vive ancora nel castello di mammà nonostante sia in età da moglie, non è sicuramente un buon investimento.
Onde evitare che le generazioni future perdano tempo costruendosi falsi miti in merito, mi rivolgo soprattutto alle giovanissime: andate a lavorare e affidate la vostra casa, il vostro tempio, al vero maschio alpha.
Il mio l’ho conosciuto quando ero poco più che adolescente e ho subito imparato che avrei dovuto lottare con caparbietà e astuzia per strapparlo alle richieste di attenzione di tutte le altre donne che lo chiamavano insistentemente, ogni giorno, tutti i giorni.
La verità è che, quando ne hai bisogno, è terribilmente importante che lui arrivi da te, ma spesso quando lo chiami il telefono è occupato. Telefoni a casa sua, perché tu sei speciale e hai addirittura avuto accesso a questo prezioso strumento: risponde la moglie. Tu non farai l’accento svedese, no, perché Ella sa che dovrà soccombere alle tue esigenze e ti indirizzerà nel modo migliore affinché tu possa contattarlo.
Finalmente riesci a parlargli e gli comunichi con emozione crescente che hai davvero bisogno della sua presenza. Lui ci pensa, valuta, resta in silenzio… vorrebbe aiutarti, comprende i tuoi problemi: lui ti capisce, lui ti consola. Ci sarebbe un “lavoretto” che dovrebbe fare in zona (va da un’altra, lo sai, ma dovrà sbrigarsi e correre da te), potrebbe essere lì tra un paio di giorni. L’ansia sale. Come due giorni? Potrebbe essere una tragedia, verificarsi un cataclisma e quella lì ha la precedenza? Cosa gli dà più di me? Io ho tanti problemi, sono stressata, ho anch’io un compagno, dei figli, un gatto, dei vicini rumorosi, non si trova parcheggio a pagarlo oro! Come posso aspettare? Lui comprende, lui capisce, lui pensa, elabora, in silenzio indaga nella profondità della tua voce, delibera che sì: hai bisogno di lui e lui giungerà da te. Presto, non temere, prima del plenilunio.
Dopo i due giorni stabiliti e con tre ore di ritardo arriva. Tu saresti già pronta ad affrontarlo per il dolore e il disagio che questo tempo infinito ti ha provocato ma appena lo vedi sei sopraffatta dalla gioia: “Salvatore, sei tu!”, “Sì signò, scusa ma proprio non ho potuto fare prima, mo’ vediamo il problema e aggiustiamo tutto”.
E come promesso, l’idraulico arriva, con le scarpe infangate (non si capisce mai di cosa, visto che non viviamo nella tundra, ma è un dato di fatto: l’idraulico ha sempre le scarpe grondanti fango), con la sua valigiona del piacere, piena di tutto ciò che serve per risolverti la vita e con la solita bugia pronta “tranquilla, ci metto un attimo”.
Intanto il telefono non smette di squillare ma, per quattro ore e mezza, il mio idraulico pensa solo a risanare i pezzi del mio bagno e a garantirmi vasche traboccanti di benessere e termosifoni roventi. Per farsi perdonare, mi cambia pure la pistoletta della doccia perché è piena di calcare, con l’aria di quello che sa che i fiori appassiscono e poi puzzano ma la doccia funzionante è per sempre.
Bambine imparate: l’uomo che vi stura i tubi e non le tube, è l’uomo che governa il cuore.[:]
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