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La palestra è un po’ come la Casa del Grande Fratello.
Da evitare come la peste, preferendo sfondarsi di cibo-spazzatura sul divano?
No, non in quel senso.
Diciamo che è una sorta di agglomerato umano (o sub-umano, nel caso del Grande Fratello) che, ovunque venga ricreato, ha all’interno gli stessi cliché.
Un po’ come i bar dello Sport: ci sono dappertutto, e dappertutto c’è il gruppetto di tifosi sfegatati, il tavolo degli alcolizzati che a metà mattina sono già schienati causa vino e il vecchietto che bestemmia guardando le sintesi delle partite.
In palestra succede più o meno la stessa cosa: cambia la location, cambia la città, ma i personaggi rientrano sempre nelle stesse categorie.
IL BODY BUILDER
Maschio, età variabile, non lo si vede mai aprire bocca se non per bere integratori minerali o ingurgitare proteine.
Non si distrarrebbe da sotto il bilanciere nemmeno se a fare addominali accanto a lui sedesse Halle Berry vestita da CatWoman.
L’unico rapporto stabile della sua vita è quello con la panca piana.
IL FINTO BODY BUILDER
Maschio, generalmente over 35. Si presenta in palestra in tenuta iper tecnica, tanto da far venire il dubbio che sia un dipendente di Decathlon in pausa pranzo.
Millanta approfondite conoscenze di fitness; corregge chi, a suo dire, esegue gli esercizi in modo errato.
Quando solleva pesi emette strani versi, neanche fosse Atlante con il mondo sulle spalle; dispensa consigli pure all’istruttore, salvo poi avere le palpitazioni e rischiare l’infarto dopo cinque minuti di tapis roulant.
Ci si accorge della sua presenza in palestra per le magliette super-traspiranti verde fluo e perché tutti gli altri indossano le cuffiette con la musica sparata a bomba per evitare che lui attacchi bottone.
IL MARPIONE
Normalmente se ne conta più di uno. Non gliene fotte una mazza della palestra e l’unica attività fisica che contempla è portarsi il boccale di birra alla bocca.
Frequenta la sala pesi con un unico obiettivo: abbordare le tipe.
Le localizza come un radar, ha un calendario in cui si segna gli orari in cui generalmente le potenziali prede entrano ed escono dalla palestra e passa il tempo a guardarle mentre fanno le serie di squat, improvvisando un’improbabile serie di curl quando viene inequivocabilmente sgamato da una di loro a fissarle le chiappe.
Se Halle Berry dovesse materializzarsi accanto a lui vestita da Cat Woman, rischierebbe di spaccarsi il setto nasale e tutti i denti facendosi cadere il bilanciere in faccia.
I FANCAZZISTI
Vanno in palestra, ma non sanno nemmeno loro il perché.
In sala pesi fanno esattamente le stesse cose che farebbero al tavolino di un bar con in mano uno Spritz: chiacchierare amabilmente e cazzeggiare con lo smartphone.
Quando salgono sulla bilancia e si accorgono di aver preso peso si stupiscono: “Checcazzo, eppure vado in palestra tre volte a settimana. Sarà colpa del glutine”.
LA CASALINGA DISPERATA
Dedica alla palestra 15 minuti esatti – compreso il tempo di entrare e uscire dallo spogliatoio – e ne passa dieci lamentandosi dei suoi problemi con tutti quelli che le capitano a tiro: la spesa da fare, la sciatica, la scuola dei figli, l’affitto e la menopausa. Al terzo minuto di cyclette, scappa di corsa perché ha dimenticato il forno acceso con dentro l’arrosto.
E’ il metrosexual della palestra. Non ha un filo di grasso, mangia macrobiotico, mentre gli altri sudano come delle lumache lui emana un delicato odore di bouquet floreale tipo deodorante per il water. Si nutre della sua immagine riflessa allo specchio, ogni tanto lancia in giro delle occhiate per guardare se qualcuno lo guarda.
Ignora un po’ schifato quei facoceri con la cellulite che gli lanciano sguardi ammiccanti e si domanda perché non abbiano tutte il fisico di Adriana Lima.
LA GATTAMORTA
Versione femminile del Narciso, pesa tra i 20 e i 25 kg e si lamenta dei cuscinetti sulle cosce. Si presenta con canottierine striminzite con zinne in bella vista, oppure leggings aderenti con filo del perizoma che spunta sapientemente nella parte posteriore mentre fa gli esercizi sdraiata sul tappetino.
Anche lei ignora un po’ schifata quei facoceri con la cellulite che le lanciano sguardi d’invidia (o di profonda antipatia) e si domanda perché non abbiano tutte il fisico uguale al suo.
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La palestra è un po’ come la Casa del Grande Fratello.
Da evitare come la peste, preferendo sfondarsi di cibo-spazzatura sul divano?
No, non in quel senso.
Diciamo che è una sorta di agglomerato umano (o sub-umano, nel caso del Grande Fratello) che, ovunque venga ricreato, ha all’interno gli stessi cliché.
Un po’ come i bar dello Sport: ci sono dappertutto, e dappertutto c’è il gruppetto di tifosi sfegatati, il tavolo degli alcolizzati che a metà mattina sono già schienati causa vino e il vecchietto che bestemmia guardando le sintesi delle partite.
In palestra succede più o meno la stessa cosa: cambia la location, cambia la città, ma i personaggi rientrano sempre nelle stesse categorie.
IL BODY BUILDER
Maschio, età variabile, non lo si vede mai aprire bocca se non per bere integratori minerali o ingurgitare proteine.
Non si distrarrebbe da sotto al bilanciere nemmeno se a fare addominali accanto a lui sedesse Halle Berry vestita da CatWoman.
L’unico rapporto stabile della sua vita è quello con la panca piana.
IL FINTO BODY BUILDER
Maschio, generalmente over 35. Si presenta in palestra in tenuta iper tecnica, tanto da far venire il dubbio che sia un dipendente di Decathlon in pausa pranzo.
Millanta approfondite conoscenze di fitness; corregge chi, a suo dire, esegue gli esercizi in modo errato.
Quando solleva pesi emette strani versi, neanche fosse Atlante con il mondo sulle spalle; dispensa consigli pure all’istruttore, salvo poi avere le palpitazioni e rischiare l’infarto dopo cinque minuti di tapis roulant.
Ci si accorge della sua presenza in palestra per le magliette super-traspiranti verde fluo e perché tutti gli altri indossano le cuffiette con la musica sparata a bomba per evitare che lui attacchi bottone.
IL MARPIONE
Normalmente se ne conta più di uno. Non gliene fotte una mazza della palestra e l’unica attività fisica che contempla è portarsi il boccale di birra alla bocca.
Frequenta la sala pesi con un unico obiettivo: abbordare le tipe.
Le localizza come un radar, ha un calendario in cui si segna gli orari in cui generalmente le potenziali prede entrano ed escono dalla palestra e passa il tempo a guardarle mentre fanno le serie di squat, improvvisando un’improbabile serie di curl quando viene inequivocabilmente sgamato da una di loro a fissarle le chiappe.
Se Halle Berry dovesse materializzarsi accanto a lui vestita da Cat Woman, rischierebbe di spaccarsi il setto nasale e tutti i denti facendosi cadere il bilanciere in faccia.
I FANCAZZISTI
Vanno in palestra, ma non sanno nemmeno loro il perché.
In sala pesi fanno esattamente le stesse cose che farebbero al tavolino di un bar con in mano uno Spritz: chiacchierare amabilmente e cazzeggiare con lo smartphone.
Quando salgono sulla bilancia e si accorgono di aver preso peso si stupiscono: “Checcazzo, eppure vado in palestra tre volte a settimana. Sarà colpa del glutine”.
LA CASALINGA DISPERATA
Dedica alla palestra 15 minuti esatti – compreso il tempo di entrare e uscire dallo spogliatoio – e ne passa dieci lamentandosi dei suoi problemi con tutti quelli che le capitano a tiro: la spesa da fare, la sciatica, la scuola dei figli, l’affitto e la menopausa. Al terzo minuto di cyclette, scappa di corsa perché ha dimenticato il forno acceso con dentro l’arrosto.
IL NARCISO
E’ il metrosexual della palestra. Non ha un filo di grasso, mangia macrobiotico, mentre gli altri sudano come delle lumache lui emana un delicato odore di bouquet floreale tipo deodorante per il water. Si nutre della sua immagine riflessa allo specchio, ogni tanto lancia in giro delle occhiate per guardare se qualcuno lo guarda.
Ignora un po’ schifato quei facoceri con la cellulite che gli lanciano sguardi ammiccanti e si domanda perché non abbiano tutte il fisico di Adriana Lima.
LA GATTAMORTA
Versione femminile del Narciso, pesa tra i 20 e i 25 kg e si lamenta dei cuscinetti sulle cosce. Si presenta con canottierine striminzite con zinne in bella vista, oppure leggings aderenti con filo del perizoma che spunta sapientemente nella parte posteriore mentre fa gli esercizi sdraiata sul tappetino.
Anche lei ignora un po’ schifata quei facoceri con la cellulite che le lanciano sguardi d’invidia (o di profonda antipatia) e si domanda perché non abbiano tutte il fisico uguale al suo.
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