In questi giorni, mio figlio sta studiando gli esseri viventi a scuola ed è affascinato dalla materia: torna ogni giorno facendomi l’elenco delle piante e dei fiori che la maestra ha portato in classe, mi interroga sulla differenza tra essere vivente e non vivente, guarda con meraviglia la folta vegetazione Ikea che ho in casa (si, a casa mia le piante si suicidano piuttosto che stare con me e anche quelle di plastica non sembrano sanissime a volte), insomma è pieno di stupore e meraviglia per il mondo che sta scoprendo.
Tutti i bambini si appassionano all’argomento, ti fanno lezioni su come la maestra ha spiegato che devi piantare il semino o quanta acqua dovresti far bere all’amica pianta, perché la maestra sa come evitare il suicidio di un vegetale. Immagino casa delle docenti come serre straordinarie, piene di una natura lussureggiante, un po’ come la mia insomma…
Il mio primo figlio era un’enciclopedia vivente sugli animali, guardava i documentari, conosceva razze dai nomi talmente pittoreschi che non capivi mai se li stesse inventando o si stesse confondendo con il nome del figlio di un calciatore.
Ma questa è l’esperienza di tutti i genitori.
Del resto, un bambino di cosa vi aspettereste che parlasse? Oltre i Pokemon, intendo. L’ecologia, l’attenzione per i temi ambientalisti, la sensazione di essere parte attiva del mondo, sono tutte tematiche affascinanti che restano impresse anche tramite le esperienze formative che i bambini fanno con entusiasmo, come le gite nelle fattorie o nei boschi: in sintesi, la natura e l’ambiente coinvolgono e attirano i bambini per antonomasia .
Leggo sui social diversi commenti scettici nei confronti dell’autenticità delle azioni di Greta Thunberg, accusata di essere “manipolata” dai genitori o addirittura da forze politiche.
Intanto la ragazza ha quindici anni, età nella quale ha sicuramente avuto modo di approfondire una certa passione per lo studio dell’ambiente ed elaborare delle concrete e normalissime preoccupazioni nei confronti di esso: non mi pare che abbia mai tenuto lezioni di fisica quantistica, bensì ha espresso concetti semplici che non dubito abbia compreso ed elaborato autonomamente.
Ma nel discorso alla Conferenza sul cambiamento climatico organizzata dalle Nazioni Unite in Polonia, Greta Thunberg, ha usato termini come BIOSFERA! Incredibile! A quindici anni ha studiato scienze alle superiori!
E’, altresì, ovvio che Greta stesse leggendo un testo corretto ed elaborato insieme a un adulto, ma ciò non toglie nulla all’autenticità dell’impegno della ragazza.
Come si concretizza l’impegno della quindicenne?
Greta Thunberg ha deciso di non prendere più l’aereo per non inquinare e di recarsi ogni venerdi davanti al Parlamento svedese, restando lì seduta come atto simbolico di “sciopero” perché voleva che il governo riducesse le emissioni di carbonio come previsto dall’accordo di Parigi sul cambiamento climatico (non parliamo di un dossier segretissimo sulla Guerra Fredda ma di informazioni che probabilmente vengono fornite a scuola, più che dai telegiornali).
Cosa può esserci di più autentico per un adolescente? Ci sono quelli che sognano di andare in tv, che provano per anni a entrare in un talent accompagnati da mamme instancabili, quelli che fanno sport a livello agonistico e a undici anni si trasferiscono lontano dalle famiglie puntando alle olimpiadi e ci sono anch’io che ho il potere di uccidere persino le piante di plastica.
Poi c’è Greta.
“Mamma, non hai idea di cosa ho studiato oggi a scuola… da grande voglio ripulire il mondo.”
“Davvero amore? Va bene, dovrai studiare e impegnarti tanto” (risposta standard per ogni buona intenzione o richiesta di acquisti costosi).
“Voglio andare a protestare in Parlamento. Mi accompagni in macchina?”
“Si tesoro, tu intanto apparecchia la tavola, poi ne parliamo con papà”.
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