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GITE DELLA “QUANTOMANCA” 3. La seconda volta impari. Lo scotch

Ovviamente ci sono riandata. In gita. Il senso di responsabilità prevale sempre nelle donne…”Mannaggia, quei poveretti non li vuole accompagnare nessuno! Sì, ma come si fa ad affrontare quelle notti tragiche?…”

“Non ti preoccupare, non staremo tutta la notte sveglie. Nel nostro corso abbiamo escogitato un metodo, stai tranquilla, te lo assicuro io”

dice la prof. anziana  che ancora va in gita  a quell’età e con quella gamba matta!

LA GITA DELLA QUANTOMANCA PARTE, destinazione Napoli.

Beh, è vicina! Ovviamente ci sorbiamo i gridolini schifati alla solfatara di Pozzuoli: -prof, non ce la faccio più a  sentire questa puzza, soffoco, che schifo…ma quanto manca?-

-A cosa?-

-All’albergo-

-Ah già-

Solita cena incasinata, solite fettine panate e patatine fritte (ma perché gli albergatori offrono sempre lo stesso menù? Perché così vanno sul sicuro, ho capito, ma un po’ di educazione alimentare? No eh…)

Solite femmine che chiedono continuamente di poter andare in camera, per cambiarsi la maglietta bagnata (guarda caso) ma insieme  all’amichetta , oppure per andare a prendere il cellulare dimenticato, oppure per andare al bagno. Cercano mille scuse per andare in camera.

Noi  a  mangiare fettine impanate come fosse cartone (guai  se i ragazzi vedono che i prof. mangiano diversamente da loro, non è bello, non si usa  più!). Fegato telefonami dopo, perchè ora devo controllare dove sono finite le bestioline.

-Va bene, basta. Si sale – proferisce la prof. autorevole – un’ora e poi tutti a letto.-

Corse folli, sbattimento di porte istantaneo, apri, chiudi, corri di qua, corri di là, gridolini, ochette che stridono, orsacchiotti che ciondolano, phon tutti in funzione (per le femmine, perché nelle camere dei maschietti devi entrare con la maschera antigas).

La collega anziana ci convoca: – Controlliamo ogni stanza con l’elenco e poi procediamo –

L’altra le chiede: – Ma hai guardato che non ci siano balconi o finestre attigue?-

-Tranquilla, ho scelto questo albergo perché sembra un bunker-

Bene, procediamo.

Le seguo incuriosita.

-Stanza n.1 Altobelli, Costa, Giusti, Verandi . Ok, tutti dentro. E venite qui ad ascoltare bene. Allora lo sapete come funziona, no? Noi mettiamo lo scotch sulle porte, le chiudiamo e se voi uscite lo scotch si rompe, quindi beccheremo chi rimane fuori. Non vi conviene. Ovvio che se c’è un motivo importante, aprite la porta e bussate alla nostra stanza. Questo è il numero di cellulare nostro, per qualsiasi cosa seria chiamate.-

Chiude la porta e passa tre strisce di scotch da carrozzieri, quello di carta, largo che si rompe con le mani, facile per uscire, se serve, ma sicuro per sigillare. E procede  così per tutte le stanze

Mi dice -Domani mattina togli gli scotch dalle porte e dai loro il buongiorno.-

Silenzio assoluto, ha funzionato. La mattina dopo tutte le porte erano chiuse.

Geniale!

 

 

Silvia Ovis

Sono una bipolare. Quando sto in fase up scrivo cose allegre, cazzeggio e mi diverto un sacco. Quando sto in fase down scrivo roba da siringa al braccio e sto a letto. Con voi ovviamente condivido solo le prime.

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Pubblicato da
Silvia Ovis
Tags: GITE

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