«Ho ucciso io Giovanni Falcone. Ma non era la prima volta: avevo già adoperato l’auto bomba per uccidere il giudice Rocco Chinnici e gli uomini della sua scorta. Sono responsabile del sequestro e della morte del piccolo Giuseppe Di Matteo, che aveva tredici anni quando fu rapito e quindici quando fu ammazzato. Ho commesso e ordinato personalmente oltre centocinquanta delitti. Ancora oggi non riesco a ricordare tutti, uno per uno, i nomi di quelli che ho ucciso. Molti più di cento, di sicuro meno di duecento.»


Parola di Giovanni Brusca detto “u verru” per la spietatezza con cui squartava esseri umani e scioglieva nell’acido bambini.


Oggi “u verru”, quello che squartava esseri umani, che scioglieva nell’acido bambini, che uccise Giovanni Falcone, che preparò l’autobomba per uccidere Rocco Chinnici e gli uomini della sua scorta, che commise e ordinò personalmente  oltre centocinquanta omicidi, così tanti da non ricordare neanche uno per uno i nomi di quelli che uccise, chiede di poter finire di scontare la sua pena ai domiciliari, finchè nel 2021 sarà un verru libero.


“È ravveduto” ha deciso un magistrato.
Tra l’angoscia dei familiari delle vittime e il dolore che fa di Capaci l’emblema di un massacro di Stato.
Se la mafia è una montagna di merda, la Giustizia è sempre più palesemente un comodo skilift.