Reduce da un abbiocco post pranzum di un pigro lunedì alle 15, mi stravacco sul divano facendo pigramente zapping tra tutta la pay tv che ho ereditato nella mia lunga vita da single, per essere poi disattesa dall’arrivo di un fidanzato.
Tra le varie serie tv, ammetto di non sapere mai mai cosa scegliere, mi viene in mente che i seggi chiudono proprio alle 15, cerco subito qualche aggiornamento per salvare il pomeriggio di relax casalingo.
Ed ecco che parte il fischio di inizio.
Dopo due ore mi trovo sul divano seduta come un bevitore di birra allo stadio intonando cori sulle regionali, commentando gli opinionisti, alzando bandiere e discutendo con tutti sulle proiezioni.
Non sono i mondiali, sono gli exit poll.
Insomma, non la partita della vita, niente in confronto a Italia-Francia a Berlino nel 2006 sia chiaro, ma un pur sempre dignitoso pre partita delle regionali con annesso referendum e un paio di comunali qua e là.
Il quesito é semplice: sì/no.
Nomi, cognomi e bandierine colorate.
Dopo una Ola scrosciante per una quasi vittoria (eh no non vi dico di chi), ho deciso di darmi una calmata.
Ora vi saluto, dopo questi exit poll vado a scommetterci i soldi.
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