New york, fine anni ’50, alta, altissima borghesia ebrea. Case strepitose su Central Park, armadi pieni di abiti Christian Dior, domestiche, tate, lobby con il concierge, addetti all’ascensore che ci sollevano dal duro lavoro di schiacciare un bottone per andare all’attico. Questo è il mondo in cui vive Midge Maisel. Sposata con Joel, erede di una grande industria tessile e figla di Abe, docente alla Columbia. Due figli e una fila infinita di vestiti con la gonna a ruota, scarpe, cappottini, borsette da far girare la testa a chiunque. Col marito la passione sfrenata per il cabaret nei locali off di Broadway e del Village.
Una vita perfetta.
Perfezione ai limiti della nausea, fino a quando Joel si mette con la segretaria ventenne.
E allora Midge Maisel che fa? Si mette a far la calza? Si dispera? Ingrassa affogando i dispiaceri in una vaschetta di gelato? No, capisce di essere lei quella con la vera vena comica in famiglia e si impegna per diventare la prima vera comedy stand woman. Intanto, perchè lo scandalo sia completo, si trova pure un lavoro come addetta vendite al reparto profumeria di uno dei più lussuosi grandi magazzini di Manhattan.
Ancora non siete convinti?
Ecco perchè tutte noi ci meriteremmo una vita come La fantastica signora Maisel, in alternativa anche solo un’ora:
Io La fantastica signora Maisel penso di amarla. Seriamente. La trovate su Amazon Prime, se riuscite guardatela in lingua originale, i dialoghi sono la vera chicca. E Susy meriterebbe una serie tutta sua.
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