Essere mamma, oggi, non è cosa facile.
Tutti si concentrano sul parto, sul dolore delle contrazioni, sulla fase espulsiva, gli eventuali problemi che potrebbero portare ad un taglio cesareo, gli esami del sangue, la rottura delle acque e altre cose di questo genere. Come se effettivamente diventare mamme si riducesse a questo.
Io ho avuto due bambini, sono cintura nera di corsi pre parto. So tutto su come riconoscere le contrazioni, come respirare, come spingere. Tutto.
So anche un’altra cosa, che quello che ti dicono ai corsi pre parto è un’immensa mole di cazzate.
Sì, perché la parte dura non è partorire (sia chiaro, non è neanche una passeggiata di salute, potendo scegliere preferirei un pomeriggio alle terme) è il dopo il casino e per il dopo non c’è nessuno che ti prepari, specialmente se stai per avere il tuo primo figlio.
Così succede che partorisci, e tu da sempre così gelosa della privacy ti trovi a cercare di allattare tra zii, cugini, cognate ma anche tra zii, cugini e cognate della tua vicina di letto, la caposala che va e viene, le oss, le volontarie che portano tazze di the a tutte le ore e i neopapà ancora un po’ rincoglioniti che parlano al plurale “si il parto è andato, CREDEVAMO PEGGIO”.
Loro credevano peggio. LORO.
Poi torni a casa, il tuo compagno pochi giorni dopo rientra al lavoro, molto probabilmente tua mamma non è ancora in pensione, idem tua suocera, le amiche sono al lavoro e tu sei li.
E ti ritrovi sola.
Anzi, non sei sola, sei con quel cosino, tanto carino fino a che stava in pancia, che adesso potendo ricacceresti dentro facendolo passare da dove è uscito, se solo non tremassi all’idea di una qualsiasi cosa (specialmente il tuo compagno) a contatto con la tua vagina.
Quasi mai nessuno lo dice ai corsi pre parto (che si chiamamo pre parto apposta, mica ti raccontano quello che succede dopo…), la vita con un neonato è terribilmente faticosa, perchè una mamma è molto sola, non sempre ci sono reti, si sente l’obbligo di tornare subito in forma che altrimenti sei molto sciatta.
Eh no, la vita da neomamma non è facile.
Prima è difficile allattarlo. Quando hai trovato una quadra con l’allattamento e tiri un sospiro di sollievo, devi iniziare lo svezzamento. Quando finalmente il tuo bambino inizia a mangiare inizia anche a gattonare e tenta di infilarsi in bocca la qualunque. Poi arrivano i terribili due, una fase chiamata così perché tuo figlio si trasforma in un piccolo gremlins entrato in contatto con l’acqua. Questo è di il periodo in cui tutti ti iniziano a chiedere: “E il secondo? Quand’è che lo fate? Mica vorrete lasciare questo piccolino figlio unico, vero?” Se tu invece un secondo figlio ce l’hai già la domanda è: “Non è che adesso ne farete un altro, vero? Guarda che se hai bisogno ti do la mia password di Netflix”.
AH. AH. AH.
E’ dai tempi di Martufello che non ridevo così.
Dicevo, la vita della neomamma non è facile. Ma per niente. Però, una cosa è sicura, una cosa che tutte devono stamparsi nella mente col fuoco: passerà. Ogni giorno arriverà alla fine, si andrà a letto (non ho detto dormire, lo so che nei primi due anni il sonno è merce rara), le giornate passeranno, il bambino crescerà e pian piano non ci saranno più segni di rigurgito sui vestiti, i capelli torneranno in ordine, la casa sarà sempre disordinata uguale su quello non ci posso fare nulla, voi ricomincerete a leggere libri, a uscire con le amiche, a fare shopping anche per voi e non solo per loro, ma soprattutto shopping di cose carine e non solo pratiche. I reggiseni non avranno strane aperture (a meno che a voi non piacciano così) e così una mattina vi alzerete, butterete quell’orribile reggiseno da allattamento con le bretelle mosce e ingrigite, entrerete da Intimissimi col passo di Beyoncè dicendo: voglio tutto!
E lo avrete davvero.
Fidatevi di me.
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