Sono ferma, in fila, alla cassa della Coop.
Ho le Cuffie Rosse e lo sguardo da spesa mattutina, ovvero perso nel vuoto e nella musica.
Eppure, con la coda dell’occhio, noto una signora anziana con un rossetto fucsia e un atteggiamento aggressivo, quasi quanto il rossetto, che avanza, da destra, con il suo carrello.
Io sono davanti a lei e sono ferma ma questo pare essere un dettaglio per lei che avanza inesorabile.
Mi ha visto ma avanza.
“Dove va, che io sono davanti a lei?”
Mi chiedo.
La risposta non tarda ad arrivare: la signora sbatte contro il mio carrello.
Ecco dove andava.
Poche cose mi innervosiscono come l’invadenza, sia fisica e verbale.
E poi, dico io: ma la gente non le vede le Cuffie Rosse che ho stamattina?
Una cos’altro deve fare per far capire che oggi non è una buona giornata neanche per dirmi “Ciao”, figuriamoci per speronarmi con un carrello?
Tuttavia, curiosamente, quando sto come una bestia mi prende la fase garbata. Un eccesso di GARBO verso tutti.
Non lo so perché. Forse è una reazione alla American Psycho eh, non capita neanche sempre, però è così.
Quando sto come una bestia divento particolarmente garbata.
Così non rispondo all’invito a singolar tenzone della signora e mi limito a spostare leggermente il mio carrello.
Non è certo il caso di dare inizio a una battaglia medievale con i carrelli al posto dei cavalli e le baguette al posto delle lance.
Non fosse altro che, per farlo, dovrei togliermi le cuffie e oggi, davvero, non è il caso.
Magari, poi, è colpa mia che sono nervosa oggi, magari la signora non ha calcolato le distanze, magari non ci vede, poverina, magari una vita di stenti e un lavoro logorante l’hanno portata a rovinarsi la vista irrimediabilmente e io sono qui a prendermela per una sciocchezza.
Sono lanciatissima nel mio film mentale a metà tra le atmosfere angoscianti della Piccola Fiammiferaia e quelle ancora più angoscianti di Papà Gambalunga che la signora comincia a colpire il mio carrello ripetutamente.
La bottiglia di olio barcolla tra le uova e lo yogurt.
Mi sa che la signora è solo un po’ stronza.
Ebbene sì, certe mattine, alla Coop, ci sono forze superiori e oscure -o fucsia, in questo caso- che ti obbligano a toglierti le cuffie.
Ruoto la testa di 180 gradi e mi libero le orecchie
“Lei è l’ultima della fila?” mi dice sgraziata.
“Sì, io sono l’ultima. Lei invece non è la prima che mi rompe le palle stamattina” ho risposto.
Ma solo dentro di me. Alla signora ho semplicemente annuito. Con GARBO.
Davanti a me, un’altra signora anziana non ha visto nulla.
È impegnata a tuffarsi nel carrello troppo profondo per le sue braccia corte e paffute.
Più si tuffa, più il carrello si sposta in avanti.
Già prevedo il momento in cui la signora finirà di testa nella sua stessa spesa, il carrello la trascinerà verso di me, io finirò nel mio carrello e insieme finiremo addosso alla signora con il rossetto fucsia.
E addio: rissa.
Così, sempre per evitare di combattere e di togliermi le cuffie, avanzo verso la signora troppo corta e paffuta.
Voglio aiutarla ma lei solleva la testa e la sposta a destra e sinistra per dire ‘no’ .
Il suo sguardo mi trasmette qualcosa ma non saprei definire cosa.
Con un ultimo tuffo, finalmente riesce ad afferrare il pacco di wurstel e lo lancia decisa verso il nastro della cassa ma lo manca. Il pacco vola a terra e si va a infilare nel posto più scomodo per poterlo raccogliere.
Istintivamente lo prendo e lo porgo alla signora che me lo sfila dalle mani con la stessa furia con cui lo ha lanciato.
Poi dice qualcosa, non capisco cosa ma l’atteggiamento è lo stesso che aveva quando mi ha guardata.
Ci sono: la signora è GARBATA.
Come me.
Con GARBO ha dato i soldi alla cassiera, con GARBO ha sorriso alla bimba che le sgambettava davanti, impedendole il passaggio.
Con GARBO, io e lei ci somigliamo perché, con GARBO, alla signora girano le palle. E pure da un po’, secondo me.
Ma lei, poverina, non ha le Cuffie Rosse.[:]
Leave a Reply