[:en]Vi capita mai? Di difendere un’idea anche se sapete che può essere razionalmente molto sbagliata, intendo.
A me sì, un sacco di volte.
Lo sa bene Simona, con cui ieri ho ragionato sull’eccesso di legittima difesa, lo sanno i miei genitori che mi hanno vista partire per Londra a 18 anni al grido di “troverò un lavoro lì” e mi hanno vista tornare 3 settimane dopo (il tempo di finire le 15 sterline che avevo con me), lo sa la mia prof di mate del liceo cui spiegavo sempre che la radice quadrata di 16 era 5, lo sa il mio fidanzato… ah, meno male che non può parlare! (è imbavagliato nel sottoscala).
Che poi, ci provo a dirmi: “Stavolta cambio idea”, ma invece no. O sono profondamente cretina o sono profondamente testarda. La verità, è che mi piace un sacco tenere il punto.
D’altra parte, è una preprogativa delle donne.
La coerenza, dico:
«Amore, per Natale niente regali eh; spendiamo per la casa e va bene così».
Telefonata all’amica, 26 dicembre: «Quella merda di mio marito ha avuto la faccia tosta di non prendermi neanche un Mocho per Natale. Me la pagherà.»
«Non preoccuparti, tesoro: adesso lavo, stiro, porto fuori il cane, chiamo tua madre e ti passo il lucido sui tuoi stivaletti a punta da cowboy de’ no’altri. Ti amo tanto.»
6 ore dopo, umore plumbeo: «Se credi che io sia la tua schiava hai sbagliato tutto caro mio. Dovresti vergognarti! Ti odio.»
«Questo lavoro mi fa schifo, vorrei tanto dare le dimissioni!»
Il giorno dopo il licenziamento: «Voglio morire, questo lavoro era tutta la mia vita, non troverò mai più una ragione per alzarmi dal letto, amavo tutto, anche la macchinetta del caffè sempre scassata, anche le palpate del capo, anche gli straordinari non pagati. Tuuuuutto [pianto a dirotto]»
In discoteca: «Che oca quella: tutto manicure e superficialità, fa la figa ma quel tipo moro non la caga di pezza. Non sarò mai come lei.»
Dodici secondi dopo, sul cubo: «Uauuuuu, è la serata più bella della mia vitaaaa! Oddio, mi si è spezzata un’unghia. Ehi tuuuuuu, bel morettoooo.»
«Non voglio figli. Non fa per me parlare di pannolini e pupù».
Nove mesi dopo: «Chi è che ha fatto la cacca verde che puzza di solfatara, eh? Chi? Chi? Chi? [Strilletti di gioia].»
La verità è che non ci facciamo piegare da niente. Siamo decise. SEMPRE.
Perché, come vedete, siamo programmate così. Non cambiamo mai idea su praticamente niente nel mondo.
Si chiama coerenza.
Ma che volete saperne.[:it]coerenza, donna
Vi capita mai? Di difendere un’idea anche se sapete che può essere razionalmente molto sbagliata, intendo.
A me sì, un sacco di volte.
Lo sa bene Simona, con cui la scorsa settimana ho ragionato sull’eccesso di legittima difesa, lo sanno i miei genitori che mi hanno vista partire per Londra a 18 anni al grido di “troverò un lavoro lì” e mi hanno vista tornare 3 settimane dopo (il tempo di finire le 15 sterline che avevo con me), lo sa la mia prof di mate del liceo cui spiegavo sempre che la radice quadrata di 16 era 5, lo sa il mio fidanzato… ah, meno male che non può parlare! (è imbavagliato nel sottoscala).
Che poi, ci provo a dirmi: “Stavolta cambio idea”, ma invece no. O sono profondamente cretina o sono profondamente testarda. La verità, è che mi piace un sacco tenere il punto.
D’altra parte, è una prerogativa delle donne.
La coerenza, dico:
«Amore, per Natale niente regali eh; spendiamo per la casa e va bene così».
Telefonata all’amica, 26 dicembre: «Quella merda di mio marito ha avuto la faccia tosta di non prendermi neanche un Mocho per Natale. Me la pagherà.»
«Non preoccuparti, tesoro: adesso lavo, stiro, porto fuori il cane, chiamo tua madre e ti passo il lucido sui tuoi stivaletti a punta da cowboy de’ noantri. Ti amo tanto.»
6 ore dopo, umore plumbeo: «Se credi che io sia la tua schiava hai sbagliato tutto caro mio. Dovresti vergognarti! Ti odio.»
«Questo lavoro mi fa schifo, vorrei tanto dare le dimissioni!»
Il giorno dopo il licenziamento: «Voglio morire, questo lavoro era tutta la mia vita, non troverò mai più una ragione per alzarmi dal letto, amavo tutto, anche la macchinetta del caffè sempre scassata, anche le palpate del capo, anche gli straordinari non pagati. Tuuuuutto [pianto a dirotto]»
In discoteca: «Che oca quella: tutto manicure e superficialità, fa la figa ma quel tipo moro non la caga di pezza. Non sarò mai come lei.»
Dodici secondi dopo, sul cubo: «Uauuuuu, è la serata più bella della mia vitaaaa! Oddio, mi si è spezzata un’unghia. Ehi tuuuuuu, bel morettoooo.»
«Non voglio figli. Non fa per me parlare di pannolini e pupù».
Nove mesi dopo: «Chi è che ha fatto la cacca verde che puzza di solfatara, eh? Chi? Chi? Chi? [Strilletti di gioia].»
La verità è che non ci facciamo piegare da niente. Siamo decise. SEMPRE.
Perché, come vedete, siamo programmate così. Non cambiamo mai idea su praticamente niente nel mondo.
Si chiama coerenza.
Ma che volete saperne.[:]
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