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DETTO FATTO, CORPI IN SALDO

Va in onda su Rai2 l’ennesimo copione scritto sul corpo delle donne

Travolto da un coro di proteste e riprovazione, il programma Detto Fatto su RAI2 viene sospeso.

L’indegno siparietto della casalinga in shorts e tacchi vertiginosi che fa un tutorial su “come fare la spesa in modo sensuale/intrigante”, è qualcosa che cancella con uno sputo in faccia secoli di battaglie delle donne.
Qui non viene leso ancora una volta il nostro sacrosanto diritto alla parità di genere, qui si lede la nostra dignità di persone.
Non solo il corpo delle donne viene mercificato, qui si pretende di educare ad essere zoccole per attrarre un uomo.

In pratica ci si offre al migliore offerente sgomitando tra le corsie di un supermercato a colpi di culo.

Nessun lecito parallelo con l’immagine pubblicitaria anni ’50 della casalinga che cucina manicaretti con trucco e parrucco impeccabili, tacchi indossati su abiti eleganti risparmiati agli schizzi di sugo da un bel grembiule. No, perché non è lesivo della dignità di una persona essere curati e contemporaneamente dedicarsi con abnegazione alla cura della famiglia.
Quello che è profondamente sbagliato è ridurre ancora una volta il corpo delle donne ad un oggetto.

Chi sostiene che siamo diventate censori di noi stesse, sbaglia e comunque sono passati 70 anni e direi che sarebbe ora di darci un taglio, che è inaccettabile una rete di Stato metta la nostra reputazione in saldo.

Vi risparmio cosa penso della conduttrice e della ballerina di pole dance, che si sono prestate a questa umiliazione di genere collettiva.

La sorellanza evidentemente deve essere per alcune anch’essa un valore in saldo

Il regresso culturale del paese passa anche da questo sketch, che cos’ha di ironico qualcuno poi me lo dovrà spiegare.

Chi ha qualche anno sicuramente ricorda la trasmissione Drive in, che segnò il punto di non ritorno del cattivo gusto di una certa tv commerciale.
In onda dal 1983 al 1988, è stato definito l’anti show che avrebbe dovuto sostituire il vecchio varietà televisivo.
Alle ballerine professioniste, vengono sostituite stupende ragazze provocanti in atteggiamento da oche, che ballare balla meglio mia nonna con il girello.

Era l’epoca scintillante della “Milano da bere”, da bere fino ad affogare in debito pubblico ed in moralità politica che oggi ancora tutti paghiamo.
Eppure ai nostri giorni un programma come Drive in sarebbe duramente stigmatizzato, perché il corpo delle donne non può più essere merce di scambio con audiece ed introiti pubblicitari.
E invece detto fatto, siamo ancora qua inchiodate ad uno stereotipo che persino gli uomini fanno fatica ad accettare.

Sono la Principessa Astronauta e urlo forte dallo spazio che nessuna donna su uno scaffale del supermercato è in saldo

La Principessa Astronauta

Torinese, classe 1967 quelli della X Generation, quelli troppo impegnati a distruggere per impegnarsi a costruire. Negli anni ’80, sono stata la prima cantante donna di metal estremo in Italia, praticamente la quota rosa ero io. Ho sperimentato il sessismo e usato il sesso e qualche manata ben assestata, per combatterlo. Rossa come le fragole che sono zucchero, ma se sei allergico magari poi ci resti secco.

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La Principessa Astronauta

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