Diventare runner non era tra i miei piani, ma tutto è partito esattamente 9 anni fa partivo per il Sudafrica, all’aeroporto di Johannesburg ho conosciuto quelli che sarebbero stati i miei compagni di viaggio.
Ognuno di noi conosceva solo un altro presente, quindi, io conoscevo Chiara, Chiara conosceva Azim, Azim conosceva Claudia.
Sembrava il gioco delle 3 carte.
Dopo le presentazioni, abbiamo dato vita al nostro bellissimo viaggio.
Che c’entra il viaggio con la corsa? C’entra che ho conosciuto Claudia.
Bella, bionda, riccioluta, molto british, rotonda. Una di noi, insomma.
Tre anni dopo ci rivediamo, in Italia, decidiamo per un weekend al mare.
Questa volta siamo solo in tre. Io, Chiara e Claudia…
Ma quando ho visto Claudia.. non ho visto Claudia bella, bionda, riccioluta, molto british, rotonda. Una di noi.
Ho visto ‘na statua. Un Doriforo. Muscolosa, soda, ventre piallato, UNA DI LORO. Le atlete, le modelle, le palestronze.
Questa c’aveva tutto magro. Pure i ricci sodi, le sopracciglia magre!
Ma che cazz….
Ho capito ma….
Ma niente.
A correre.
Subito.
Questo succedeva esattamente 5 anni fa.
Non ho mai cominciato.
Due giorni fa ci rivediamo, a cena. In Italia, in montagna.
E mentre sta supermodella si tuffava in un tagliere di formaggi e polenta, io mi contavo le calorie della passata di lenticchie.
“Eh, Chantal, ho continuato a correre. E oh! è sempre ‘na droga. Me piace troppo, mi scarica, mi fa sentire proprio bene e mi fa bene!”.
Pantalone termico, scarpe adatte, reggiseno bloccatette, portacellulare, playlist di spotify e app “5k runner – dal divano alla corsa”.
Sono pronta. Freddo, nun te temo.
Voglio essere soda e tonica. Voglio i ricci sodi pure io, le sopracciglia sode, tutto sodo.