Ho deciso di diventare una aspirante runner dopo aver tediato la mia amica runner Enrica, dopo averle chiesto anche che tipo di mutande indossare e dopo averla nominata “il mio diario segreto della corsa” ho la motivazione altissima.
Ho scaricato la app per corridori incapaci: 5k runner.
Devo correre 2 minuti e camminare altri 2. O qualcosa del genere… ma chissene, tanto c’è 5k che mi dirà quando correre e quando fermarmi.
Spero che mi dica anche come evitare il collasso.
Pronta, prontissima.
Almeno 3 settimane.
Devo tenere botta almeno 3 settimane.
Domenica mattina, le 9. Prima della colazione.
Silvester Stallone è al mio fianco e urla “Adrianaaaa”.
Io sono vestita come un sacco di patate in pantaloni termici improponibili con pancetta che straborda, canottiera della salute, maglietta, pile e cappellino.
La nonna lo diceva sempre: -“La testa deve stare al caldo se no ti si congelano i pensieri!”-.
Io: – “Nonna e che succede se si congelano i pensieri?” -.
Nonna: -“MUORI“-.
Sento il peso di tutte le sigarette che fumo sulla coscienza. Devo smettere.
Poi.
Oggi corro.
Playlist di Spotify, percorso scelto, tette supercontenute, capelli intrecciati, pensieri scaldati!
Ciao mondo! Sto uscendo polpetta, tornerò fettina panata! Sarò slim!
Sono fuori casa, il gelo mi attacca le caviglie (ignoralo).
5k mi parla: “run!”
Oh cazz, di già!
Vai vai Chantal! Petto in alto, fai la vaga, corri!
Sento il gelo nelle narici, ma sorrido.
Non posso mollare al 50esimo secondo… dai Chantal!
Alterno momenti di sconforto a propositi di suicidio.
Momenti di rassegnazione “ma in fondo la cellulite non è così male” a momenti di motivazione altissimi “farcirò il pandoro con la crema al mascarpone!”.
Il tutto a tempo di spotify e dopo, solo dopo, mi rendo conto che l’altalena di sentimenti contrastanti
seguiva pedissequamente la voce di 5k: i momenti positivi erano associati alla parola “walk” i propositi di suicidio alla parola “run”.
Io e la mia incerta falcata siamo state all’unisono 27 minuti.
5k mi dice: “good job! see you in a couple of days”.
ODDIO.
Ho già finito?
Ma sul serio?
Ma avevo appena cominciato!
Mi rendo conto solo ora di aver portato a termine il mio primo allenamento da bradipo.
Mi sento già super soda.
Sono certa di essere più muscolosa.
Sto grondando sudore, Stallone al mio fianco alza le braccia e urla: “Cellulite addio!”
Rientro a casa e… incredibilmente sorrido.
Ce la posso fare.
Forse.
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