Il Consiglio di Classe: la sfilata dei casi umani

consiglio di class

Si discute tanto di ‘68, ancora, di Buona Scuola, di Ministri dell’Istruzione colti o non colti, diplomati o non laureati.

Insomma, comunque la si giri, la scuola è sempre una trappola. Per chi ci lavora, per gli alunni e anche per i genitori. Una fucina di ulcere e deliri vari.

Un momento epico è il consiglio di classe aperto ai genitori.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che i professori si radunano in un’aula, accasciandosi sulle sedie e sdraiandosi disperati sui banchi, per dare il via a una graduatoria senza fine su voti, rendimento, progetti, pianti e lamenti a non finire. Per poi aprire la porta, oltre la quale, tipo gufi in fila su un ramo, un branco sparso di genitori aspetta: chi in ansia, chi col coltello fra i denti, chi già con la lingua fuori puntando al culo di qualche professore.

La scena, che si ripete di continuo, tipo ruota del criceto, di anno in anno, di classe in classe, di generazione in generazione è la seguente, con le dovute varianti.

Professoressa di Italiano (ma potrebbe essere una qualunque altra materia a caso), con le vene del collo gonfie, la voce in falsetto e gli occhi fuori dalle orbite che urla e sbraita tipo gallina inseguita da un contadino con la mannaia.

Professoressa di Matematica (o di altro, idem come sopra) forse alcolizzata o simili per reggere il perenne burn out, eternamente depressa o assente per malattia, che sospira con gli occhi rossi e non dice nulla.

Professore uomo che dovrebbe stemperare gli animi e invece ci mette il carico da novanta, partendo con una filippica e il tono da Pascoli&Carducci, paternale come nessun altro al mondo.

Prete o comunque Prof di religione che vabbè “son ragazzi” e bisogna comunicare, dialogare, responsabilizzare, comprendere e sticazzi, non se lo caga nessuno.

Prof di Ginnastica che mastica la cicca e sdrammatizza e minimizza, spipola sul cellulare di continuo e si attira gli strali dei colleghi.

La classe è la peggiore che abbiano mai avuto in millemila anni di carriera. I voti sono bassi, la condotta è intollerabile, si vestono male, sono maleducati bulli aggressivi volgari senza valori senza morale ecc ecc.

– I genitori devono collaborare, no, anzi, fuori i genitori dalla scuola, dovete renderli autonomi, no anzi dovete seguirli come mastini.

– Genitori che giustificano i figli anche quando li sorprendono in flagrante ad accoltellare qualche insegnante, sputare sul Crocifisso, strappare i libri e tirare rutti e scoregge invece che rispondere alle domande di un’interrogazione.

Ebbene, cari amici, care amiche, che dirvi ancora?

Evviva la Squola!

 

Francesca Bonelli Morescalchi

Toscana fin nel midollo, vive a Bergamo per chissà quale malefatta in chissà quale vita passata. Scrive da quando è nata, per sé e per gli altri. Articoli, Narrativa, Teatro. La lista della spesa, bigliettini di ogni tipo e molte parolacce. Additata e scansata come la peste in quanto antisociale, sostiene con fervore che non è colpa sua, ma del suo dna.

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