Theresa May
God save the Queen.
Oggi più che May.
Al secolo, Theresa. La premier britannica è la mente e l’artefice della peggior débacle elettorale dei Tories di sempre.
Voleva un mandato forte, numericamente forte, per affrontare con una solida maggioranza le acque turbolente della Brexit. E sì, mandata l’hanno mandata: a quel Paese. Solo che capire di che Paese si tratti non è facilissimo.
Cioè, cari elettori inglesi, quanto scotch vi siete bevuti, prima di recarvi alle urne?
Solo pochi mesi fa avete convintamente votato per uscire dall’Europa, sostenendo le istanze no-UE. E oggi, che vi si chiede di riconfermare quel voto, fate dietro-front?
Non è da voi, non ce lo saremmo mai aspettati.
E’ piuttosto un comportamento “da noi”, da noi italiani pizza e mandolino che, da secoli, disprezzate apertamente.
Il guaio è che noi italiani le nostre cose ce le teniamo in casa, i nostri casini elettorali – ribaltoni, inciuci, compromessi storici – ce li facciamo e ce li guastiamo tra gli italici confini, mentre voi, dear sirs, con ‘sta cosa della Brexit date un bel po’ di gatte da pelare a mezzo mondo.
Insomma, cercate di schiarivi le idee e di decidere se volete stare su, nel vostro solitario atollo, o proseguire in cordata con noi.
Nel frattempo, lasciateci godere per un attimo di questa insolita svirgolata molto poco british, absolutely no trendy, no classy, molto pop.
Ci vorrebbe un bel pezzo di sir Elton Jhon, a fare da refrain.
Tories in the wind, che ne dite?[:]
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