Ci siamo abbracciate a lungo. Come Sorelle. Come Figlie della stessa Matrigna Cattiva.
Due esserini che insieme non raggiungono gli 80 Kg.
Lei, Giulia, minuta lo è sempre stata.
Mi ha mostrato le Foto del Suo Matrimonio, Cinque anni fa. Ed era piccolina come adesso. Ma con i Capelli. Lunghi Capelli Castani a circondare un visetto vispo e dispettoso.
Gli stessi occhioni azzurri spalancati sul mondo.
Ci siamo conosciute Due mesi fa in Aeroporto. Un caso.
Ci siamo messe a parlare scoprendo così di dover raggiungere la stessa Meta.
Da allora, ogni giorno, ci ritroviamo insieme a condividere Sala d’Attesa, Paure e Speranze.
Lei sempre con il Marito, un Omone dallo sguardo Innamorato che non la perdeva di Vista un attimo.
Ma si vedeva, che dei Due la Forte era Lei.
È stata forte, Giulia.
A un certo punto Le si è lacerata la Pelle dal collo fin sotto il Seno. Prima Bolle, poi Carne Viva. Lei continuava a truccarsi e vestirsi ogni giorno come se avesse un appuntamento galante. Piccoli top, Grandi Foulard che spostava spesso per non far aderire alla Pelle. Niente Parrucca. Niente che nascondesse la totale Calvizie.
Non so se sono gli occhi dell’Affetto o della Condivisione, ma in questi Due Mesi ho conosciuto un Sacco di Donne bellissime. Di tutte le Età. Tante Storie che riprenderanno, mi auguro, a scorrere normalmente, dopo questo Limbo in cui sono precipitate.
Giulia oggi torna a casa.
Ha vinto la Sua Battaglia. Battaglia, sì. Non la Guerra.
Ne siamo consapevoli. È entrato. Ci ha invase. D’ora in poi non sarà più la stessa Cosa. Non saremo più le stesse. Mai più.
Ci siamo date appuntamento al Bar dell’Istituto. Non voleva salutarmi insieme alle altre.
Abbiamo fatto finta di niente fino a quando non siamo scese giù, ai parcheggi.
Si è sfilata un braccialetto orribile dal Polso e me l’ha chiuso nel Pugno. Sussurrandomi “Buona Fortuna!” senza guardarmi negli Occhi.
Mi ha abbracciata ed ho ricambiato l’abbraccio, singhiozzando.
Non so che legame si instauri tra due perfette sconosciute che condividono questo genere di esperienza. Ma giuro che durante quell’Abbraccio io “Sentivo” ciò che provava Lei e son sicura che per Lei fosse la stessa, identica Cosa.
Forse è come per i Compagni di Prigionia, quando cerchi negli Occhi dell’Altro un po’ di Speranza ma scopri che anche lui ha Paura di non farcela. E chi, meglio di un Compagno di Sventura, capisce che non hai dormito, che le telefonate degli amici “Sani” spesso infastidiscono.
E il Silenzio prima di ogni Nuovo Esame.
L’Umiliazione di tante mani che Ti visitano, di tanti sguardi che frugano la Tua nudità senza Bellezza, senza Dignità.
Un Corpo che in quel momento è il Tuo nemico, che deve essere temuto, monitorato, tenuto sotto controllo e che fa sempre male, da qualche parte, sempre.
Un Corpo Malato.
Un Peso che Ti fa rallentare, facendoti sentire Brutta e Inadeguata, facendoti venire Voglia di punirlo. Quasi di estraniartene.
E quando vedi che Una va via non provi Invidia, ma Gioia, e il Suo Sorriso è l’unica Certezza e l’Unica Prova che tutto ciò che stai facendo non è Inutile. Ce la farai anche Tu.
Anche Tu.
Ci siamo scambiate i Numeri. In questi casi si fa. Poi magari ci sentiremo, qualche volta. O forse No.
Ma resta.
Giulia resterà incastonata qui. Insieme a tanti piccoli Frammenti di Strani Giorni che sto, poco lucidamente, vivendo.
È un’Esperienza forte. Tornerà a casa un’altra Monica.
Lo so.
E so che molti aspetti della mia Vita cambieranno.
Cambiano le Prospettive. Cambiano le Priorità. Cambia il Modo di porsi nei Confronti della Vita. E forse della Morte.
Ieri la mia Dottoressa mi ha detto: “Ora posso dirtelo: Sei una Scommessa Vinta sulla quale io non avrei puntato un Euro. Sei Tosta”.
E so’ soddisfazioni.
Ora manca poco. Si tratta di stringere i denti un pochino ancora, evitare di contare i Giorni e tener presente l’Obiettivo. Poi tornerò a Casa anch’io.
Ora chiacchiero con Anna, una Signora Siciliana arrivata da Due Settimane che mi chiede sempre Consigli, come se io fossi “La Veterana”.
Domani vado a comprarLe un Bracciale. Però bello.
Perché io saluto con Stile.
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