È in arrivo un’opinione non richiesta. Come quella di Beppe Fiorello su tutti quelli che cantano dai balconi in questi giorni.

“Ancora si canta sui balconi, si fanno battutone spiritose su questa tragedia epocale, si fanno happening sui social. Dobbiamo fare tre giorni di lutto nazionale, rispetto per i morti e le loro famiglie, social si ma senza fare festa…”.

Caro Beppe Fiorello, sappiamo che a te piacciono un sacco le tragedie, che altrimenti manco accetti il copione. Sappiamo anche che hai un rapporto altalenante con tuo fratello che riesce a fare battute su qualsiasi cosa, anche sulla tua mancanza di umorismo.
Sono una di quelle che canta, e lo fa sui social dal momento che non ha un balcone.
Ho paura? A volte.
Penso a chi sta lottando per sopravvivere, a chi lavora senza sosta perché questo accada? Sempre.
Soffro a stare lontana dai miei affetti? Cazzo, sì.
Sto cercando di fare il mio in questa emergenza? Eccome.
Eppure sono viva, non me la sento di morire prematuramente.
E non mi sento neppure di giudicare il modo che hanno le altre persone per superare questo momento senza entrare nel tunnel della depressione, meno contagiosa ma ugualmente devastante.
Sei mai stato felice un giorno della tua vita? VERGOGNATI. Perché mentre tu eri felice, milioni di persone nel resto del mondo si trovavano in un momento di difficoltà, a maneggiare un dolore, un lutto, una malattia, a vivere il peggior giorno della loro esistenza.
Non dovrai ridere e cantare mai più, perché cancellato il Covid-19 resteranno comunque profughi, bambini denutriti, persone dimenticate, popoli interi sotto la soglia della dignità.
Ti ricorderemo il tuo virgolettato alla prima battuta che farai, al primo aperitivo che sia social o di persona.
Perché è facile essere comici e ridere quando tutto va bene, ma così sono capaci tutti.
Se tu per piangere piangi, non rompere il cazzo a chi per piangere ride.
Ci sono tanti modi per essere padri, ci sono tanti modi per essere figli.
Ci sono tanti modi per essere persone.

E per essere persone tolleranti il modo migliore è tollerare.

Ciao, ti saluto e grazie per la moralizzazione.
Ricordati che ci sono tanti modi per rispettare i morti, uno di questi è vivere ogni minuto che a loro è stato negato. Quindi, vivi.

E LASCIA VIVERE.